«Sembra impossibile che ancora oggi sia difficile difendere le spiagge dell’Isola da chi con prepotenza e ignoranza le vorrebbe usare come parcheggi o discariche». Parole non prive di amarezza quelle di Teresa De Montis dello Studio DMC di Cagliari che ha la direzione dei lavori per la riqualificazione e valorizzazione dell’ambiente costiero della cala di Perd’e Sali nota come “spiaggia di Porto Columbu”. L’intervento programmato dalla Città Metropolitana in collaborazione con l’amministrazione di Pula, ha lo scopo specifico di restituire alla collettività una parte di arenile incastonato in un importante ambiente lagunare con una variegata fauna di volatili che, fino a qualche giorno fa era un parcheggio vista mare con annessa strada abusiva.
Da quando sono iniziati i lavori di ingegneria ambientale sono stati commessi ben due atti vandalici: il primo appena eseguite le lavorazioni dedicate al trattenimento della sabbia che hanno visto incendiato in una notte tutto il cordone in bio stuoia; il secondo pochi giorni fa quando la staccionata in castagno, che fa da impedimento all’arrivo delle auto, e che sarà rimossa una volta ripristinata la vegetazione, è stata abbattuta e privata di alcuni elementi.
«L’attività antropica ha un effetto devastante sul sistema naturale perché il traffico veicolare e il calpestio determinano una compattazione del substrato, la perdita della vegetazione e degli apparati radicali che trattengono la sabbia – spiega De Montis -. Stiamo parlando di una zona estremamente delicata con un ambiente fragile che va tutelato e che nel giro di pochi anni potrebbe cambiare totalmente il suo volto a beneficio di residenti e turisti».
La capacità attrattiva dei luoghi è sempre più legata alla valorizzazione delle sue peculiarità paesaggistiche, distruggerle anziché proteggerle è un errore sotto tutti i punti di vista. Se proprio non convincono le ragioni ambientali, ce ne sono anche di economiche: «Il valore immobiliare è per esempio influenzato dalle condizioni in cui versa il paesaggio limitrofo e avere vicino a casa o nel proprio comune un ambito di spiaggia sano con la possibilità di avvistare aironi o cavalieri d’Italia (solo per citare alcune specie) significa far aumentare il valore delle case».
Si calcola che la dinamica costiera influenzata dall’edificazione, unita al progressivo sollevamento del livello del mare, ha comportato, dal 1954 a oggi, un arretramento di almeno 15 metri della linea della battigia. «Durante i lavori, alcuni cittadini dispiaciuti per gli atti vandalici hanno chiesto l’installazione di telecamere. Ogni telecamera posta a controllo di atti di inciviltà è una sconfitta per la nostra società, ma ci stiamo ragionando. Nel frattempo dobbiamo sensibilizzare chi quei luoghi li frequenta, in modo che sentendosi coinvolti, siano i primi ad intervenire per difenderli e tutelarli diventando dei presidi». Così DMC ha realizzato una cartellonistica ad hoc che informi chiunque frequenti quei luoghi sull’importanza di questo intervento. Anche la sindaca Carla Medau, insiste sull’utilità del coinvolgimento sociale e rincara la dose rivolgendosi alla comunità: «I beni comuni si chiamano così perché sono di tutte e di tutti. Solo se ognuno di noi si farà promotore della loro tutela, potremo sconfiggere l’inciviltà di alcuni. Invito quindi chiunque a segnalare eventuali violazioni».