Il Comune di Pula sperimenta la forestazione urbana, anticipando di fatto le indicazioni del provvedimento col quale dieci giorni fa la Conferenza Unificata Stato/Regioni ha dato il via libera al decreto attuativo della Legge Clima, con uno stanziamento di 30 milioni per le Città Metropolitane, divisi a metà tra 2020 e 2021, da investire proprio in questo particolare sistema di rinverdimento delle aree urbane.
Il progetto “Un Bosco in città” firmato da DMC Studio Architetti di Cagliari, prevede la creazione di 16 mila mq di area verde attrezzata nella centralissima località San Raimondo, lungo la strada che collega a Nora, con una particolare attenzione alla storia del luogo e alla scelta delle specie botaniche.
Lunedì 26 ottobre cominceranno i lavori del secondo lotto (nel primo si era provveduto alla pulizia dell’area incolta di 9 mila mq, ricoperta da pietre e massi) che prevedono la piantumazione di 165 alberi, 562 arbusti, 77 rampicanti, 500 erbacee perenni e abbondanti fioriture diversificate nelle stagioni che offriranno al bosco colori e profumi sempre diversi.
L’area presenta caratteri di notevole rilevanza storica, inserita com’è tra il cimitero, via Nora e la chiesetta di San Raimondo dove, durante la celebrazioni per Sant’Efisio, fa tappa la processione, prima di giungere al santuario omonimo di Nora. Un luogo che fa da suggestivo scenario a eventi legati alla tradizione locale. «Siamo partiti dal recupero della memoria attraverso i racconti degli anziani, perché prima ancora di progettare uno spazio è importantissimo conoscerne le caratteristiche, i tratti distintivi, in modo che il lavoro alla fine rispetti la memoria, l’identità e la storia dei luoghi e dei suoi abitanti. Poi ci siamo concentrate sulla scelta del verde» spiega Martina Dettori, la più giovane delle paesaggiste dello Studio, tutto al femminile, DMC.
«Abbiamo condotto un’attenta analisi per scegliere le specie vegetali – racconta l’architetta Teresa De Montis -. Il nostro primo obiettivo era quello della rigenerazione ecologica e ambientale delle aree interessate, prevalentemente incolte e inutilizzate, e la creazione di un nuovo paesaggio familiare ed attraente. Seguendo le indicazioni dell’amministrazione comunale abbiamo ragionato sul ruolo che dovesse avere questo nuovo parco. Con le colleghe ci siamo concentrate su più aspetti: le piante hanno innanzitutto la capacità di regolare il microclima (in estate si crea un condizionamento naturale dell’area capace di abbattere i picchi di calore); il verde svolge una funzione igienico sanitaria con un’azione depurativa dell’aria e una notevole capacità di diminuire l’inquinamento da rumori. Ancora, un’attenta selezione delle specie arboree è in grado di ridurre il cosiddetto “effetto battente” delle violenti piogge che negli ultimi anni interessano anche il nostro Paese. A tutto ciò si aggiunge la funzione sociale e terapeutica: gli studi di settore dimostrano ormai da tempo che trascorrere il tempo all’area aperta, riduce lo stress, le nevrosi, l’insonnia e l’inappetenza con vantaggi notevoli per la salute dei cittadini».
All’interno del bosco è stata progettata anche un’aula all’aperto, integrata nello scenario naturale, per consentire alle scuole presenti nelle vicinanze le attività didattiche legate ai temi del paesaggio. In posizione centrale spazio a un ampio prato verde dedicato al gioco, al pic-nic e agli spettacoli all’aperto e abbellito dalle abbondanti fioriture di Agapantos, Crinum asiaticum, Iris germanica. Saranno inoltre sistemati a perimetro, per mascherare le recinzioni murarie, rampicanti e una cartellonistica informativa su tutte le piante messe a dimora e le loro caratteristiche.
Oltre alle specie autoctone, troveranno dimora piante provenienti da Africa, Asia e America accuratamente selezionate per garantire un sistema di biodiversità capace di rispondere a tutte queste esigenze.
Il costo complessivo dell’intervento è di 240 mila euro con spese moderate per la manutenzione e l’irrigazione: «Siamo riuscite a contenere le cifre facendo scelte precise e sostenibili, come ad esempio quella di utilizzare grossi massi o tronchi d’albero rovesciati in orizzontale sul terreno al posto delle classiche panchine. Parliamo di un costo di circa 60 euro a seduta invece che di 1000 euro a panchina. Ma non è l’unica ragione che ci ha spinte a fare queste scelte – sottolinea la De Montis -. Tra i nostri obiettivi c’è anche quello di realizzare un investimento verde di elevata naturalità dove anche le piante spontanee, considerate erbacce, possono avere dignità e trovare posto nella atmosfera rupestre. Va in questa direzione anche la scelta di un illuminazione puntiforme molto soft e suggestiva».