‘Pull a pig’: viene a galla dopo la vicenda, rilanciata dai media britannici, della ragazza inglese sedotta e umiliata da un coetaneo olandese conosciuto a
Barcellona. I ragazzi lo definiscono uno scherzo, ma altro non è che un altro modo di bullizzare per gioco. Il “Pull a pig, letteralmente significa ‘inganna un maiale’ ed è una pratica che oggi viene erroneamente lanciata come nuova moda e vede un gruppo di amici fare a gara per riuscire ad avvicinare una ragazza, considerata poco avvenente o meglio la più brutta, con lo scopo di farle credere di essere interessati a lei, conquistarla e magari portarla a letto per poi umiliarla dicendole che si trattava tutto di uno scherzo“. Esattamente quello che è accaduto a Sophie, la ragazza inglese che volata ad Amsterdam per rivedere il ‘suo Jesse’ si è vista invece arrivare un messaggio con su scritto: “sei stata ‘pigged'”.Vengono prese di mira le ragazze più brutte o in sovrappeso “come se solo per questo meritassero di essere maltrattate o umiliate È vero che in questo ‘gioco crudele’ il gruppo rinforza questi specifici comportamenti, ma nell’assenza totale di educazione alla affettività per questi ragazzi la persona presa di mira, è come se non avesse emozioni e sentimenti, ma diventi un oggetto di cui poter fare quello che si vuole: viene valutata solamente per il proprio aspetto estetico, come se tutto il resto perdesse di valore”.
“Lo considerano un gioco e viene pubblicizzato come tale, ma si tratta di prevaricazione, di violazione perché si approfitta dei sentimenti, dell’ingenuità, della sensibilità di un’altra persona – dicono i psicoterapeuti -. Addirittura si è arrivati a far prendere treni, aerei, a far affrontare dei viaggi della speranza per poi accorgersi di essere caduti nella rete dei bulli. Tutto questo viene anche documentato e diffuso attraverso le chat e l’umiliazione viene moltiplicata per il numero di condivisioni, di commenti e di offese. Nel momento in cui si vorrebbe dimenticare, si vorrebbe voltare pagina, si diventa lo zimbello di turno e ogni volta quelle risatine, quei messaggi, quelle prese in giro, fanno male come la delusione iniziale”.