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Putin, “pronto a incontrare Trump”. “Accordi di pace con Zelensky solo se sarà rieletto”

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Vladimir Putin si è detto pronto a incontrare il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, “in qualsiasi momento”. “Non so quando lo vedrò. Non gli parlo da più di quattro anni. Sono pronto, ovviamente. In qualsiasi momento”, ha detto il presidente russo nella conferenza stampa di fine anno trasmessa in diretta radio e tv e durata ben 4 ore e mezza nelle quali ha risposto a 76 domande postegli da 33 rappresentanti dei media, tra cui blogger e moderatori, nonché da quasi 30 cittadini russi. A proposito del conflitto in corso con l’Ucraina, il leader del Cremlino ha ammesso di non sapere quando le truppe di Mosca riprenderanno il pieno controllo della regione di Kursk, presa d’assalto dalle forze di Kiev a inizio agosto e parzialmente occupata. “Li cacceremo fuori senza dubbio – ha garantito Putin -. Assolutamente. Non può essere altrimenti. Ma la questione di una data specifica, mi dispiace, non posso dirlo adesso”.

La Russia, comunque, negozierà e firmerà accordi di pace solo con “il legittimo leader dell’Ucraina”, quindi dopo le elezioni presidenziali. Mosca – ha ricordato Putin – parlerà con Zelensky (il cui mandato è scaduto a maggio) “solo se andrà ad elezioni e sarà rieletto”. “Se il leader ucraino è illegittimo allora lo è tutta la struttura di potere”, ha aggiunto. Al terzo anno di guerra con l’Ucraina il presidente russo ha raccontato che ha “iniziato a scherzare di meno” e ha “quasi smesso di ridere”. Questi anni, ha ammesso, “sono stati una prova seria per tutti noi, per l’intero Paese e per me”, ha ammesso durante la sua conferenza stampa annuale

Il conflitto ha comportato numerose sanzioni a carico del Paese, “sanzioni che sono uno strumento sleale per combattere la concorrenza;interferiscono e creano problemi alla Federazione russa, ma non saranno in grado di ucciderci completamente”, ha spiegato Putin che ha aggiunto: “Non mi sono limitato a difendere la Russia, ma l’ho allontanata dall’orlo dell’abisso, quando si stava dirigendo verso la completa perdita della sua sovranità, senza la quale il Paese non può esistere”. 

Il discorso si è poi spostato sulla Siria e qui Putin ha dichiarato di non aver incontrato ancora l’ex presidente Bashar al-Assad in Russia, dove è volato dopo la caduta del suo regime a Damasco, ma conterà di farlo. “Un sorprendente numero di Paesi del Medio Oriente – ha poi aggiunto – è a favore della permanenza di basi militari russe in Siria

La caduta di al-Assad, stretto alleato di Mosca, non è comunque una “sconfitta” per la Russia, ha assicurato Putin secondo il quale l’esercito russo, mobilitato in Siria dal 2015, ha “raggiunto i suoi obiettivi”. “Stanno cercando di presentare quello che è successo in Siria come una sconfitta per noi ma vi assicuro che non è così. Siamo andati in Siria dieci anni fa per evitare che si creasse un’enclave terroristica, come in Afghanistan. Nel complesso, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo”, ha detto, pur riconoscendo che la situazione adesso è “difficile”. 

Il dispiegamento delle truppe russe in Siria dal 2015 a sostegno di Assad ha segnato il grande ritorno della Russia sulla scena internazionale, approfittando dell’assenza degli occidentali. “La Russia oggi è nello stato che volevamo, è diventata più forte“, ha sottolineato Putin annunciando di aver proposto ai partner regionali” di utilizzare la base aerea di Hmeimim per fornire aiuti umanitari”. “Questa proposta è stata accettata con comprensione. Lo stesso vale per la base navale di Tartus”, ha aggiunto Putin, assicurando che “la stragrande maggioranza (dei Paesi della regione) è favorevole al mantenimento della basi militari russe in Siria”.

Putin ha anche riferito che l’esercito russo ha “evacuato 4.000 combattenti iraniani” dalla Siria, su richiesta di Teheran, che da parte sua ha annunciato il 10 dicembre il rimpatrio di tanti suoi connazionali, senza però specificare che la Russia aveva contribuito alle operazioni. 

Altro tema, le relazioni tra Russia e Cina, che hanno raggiunto un “livello mai visto prima”. I due Paesi stanno coordinando le loro azioni sulla scena internazionale e continueranno a farlo. Cina e Russia hanno dichiarato una partnership “senza limiti” nel febbraio 2022, quando Putin ha visitato Pechino meno di tre settimane prima che le sue forze lanciassero un’invasione su vasta scala dell’Ucraina. Gli Stati Uniti affermano che la Cina sta supportando lo sforzo bellico della Russia in Ucraina fornendo i cosiddetti beni a duplice uso, tra cui la microelettronica, che possono aiutarla a costruire armi, un’accusa che Pechino nega.

In conferenza stampa, è stato anche affrontato la questione legata all’assassinio di martedì a Mosca del generale Igor Kirillo, comandante Forze russe di difesa dalle radiazioni, chimiche e biologiche. “Un atto terroristico, oltre che un grave fallimento dell’Intelligence”, lo ha definito Putin che ha aggiunto: “Questo omicidio è stato perpetrato con un metodo pericoloso per la vita di molte persone. Il regime di Kiev ha ripetutamente commesso tali crimini terroristici contro un gran numero di cittadini della Federazione Russa. E ora lo sta facendo nella regione di Kursk, dove stanno sparando a civili e stanno uccidendo giornalisti in altri territori russi”. Kirillov e il suo assistente sono stati uccisi da un’esplosione fuori da un condominio in Ryazansky Prospekt a Mosca la mattina del 17 dicembre. E’ stata aperta un’inchiesta per omicidio, attacco terroristico e possesso illegale di armi e munizioni.

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