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Raccolta fondi, cadono le accuse nei confronti del padre di Paolo Palumbo

Cadono le accuse per Marco Palumbo, padre di Paolo, lo chef di 24 anni di Oristano malato di Sla per le cui cure era stata promossa una raccolta fondi ritenuta “ingannevole” dal pm. Il processo è quello che lo vedeva accusato di truffa continuata per aver avviato un crowdfunding sulla piattaforma GoFundMe e raccolto su Post Pay in un conto intestato al figlio circa 150mila euro per delle cure sperimentali che non sarebbero mai avvenute.

Paolo Palumbo era diventato famoso per aver incontrato il Papa, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma anche per un faccia a faccia all’Expo con Barack Obama. Nel 2017 aveva pubblicato Sapori a colori, un libro di ricette pensato per quei malati che hanno patologie che inibiscono la funzionalità dei muscoli, e quindi impediscono di deglutire. Nel 2020 Paolo Palumbo era salito sul palco dell’Ariston a Sanremo accompagnato dal fratello “le mie gambe e le mie braccia” e dal rapper Kumalibre, al secolo Cristian Pintus, con Andrea Cutri che dirigeva l’orchestra. La canzone che Paolo Palumbo, allora il più giovane malato di Sla di tutta l’Europa, aveva cantato era Io sto con Paolo, con parole e musica sue. Era anche uscito Per chi non lo Sla.

Già nel 2019 Paolo Palumbo aveva dovuto disattivare il suo profilo Facebook per gli insulti via social seguiti alla raccolta fondi.

Come riportato dal quotidiano L’Unione Sarda la giudice del Tribunale di Nuoro, Valentina Rostellato, ha dichiarato il non luogo a procedere dalla prima accusa, procedibile solo a querela.

Le tre persone che avevano denunciato, anche dopo che Marco Palumbo – difeso da Gianfranco Siuni Mario Gusi – ha provveduto alla riparazione del danno (una di queste aveva anche rimesso la querela) hanno deciso di non procedere ulteriormente.

Tutto era partito dalla denuncia del neurologo Vincenzo Mascia che seguiva il malato. Al professionista il padre di Paolo avrebbe fatto credere che il medico israeliano Dimitrios Karoussis avrebbe inserito il figlio in un trattamento sperimentale. Una terapia genetica molto costosa, secondo Marco Palumbo si aggirava intorno a un milione di euro, che aveva convinto il genitore ad aprire la sottoscrizione inducendo diverse persone a fare cospicue donazioni. (La Repubblica)

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