Raccontarsi al tempo del Covid, è l’ultima opera letteraria della scrittrice oristanese Rita Sanna, in cui si parla di Sandra che nei momenti più difficili causati dal Covid, incontra Rosanna, una scrittrice che con i suoi libri ha contribuito a riempire i giorni di isolamento causati dall’epidemia. Sandra, una donna ormai adulta, incontra per caso, nel momento più difficile del Covid, una scrittrice di nome Rosanna, che diverrà la depositaria del triste e quasi incredibile memoriale di Sandra, una storia fatta d’amore, corteggiamenti e scelte sbagliate.
Nel suo racconto, Rita Sanna ci fa capire quanto invece sia importante relazionarsi e raccontarsi con gli altri.
In alcuni passi del libro vengono messi in evidenza delle conseguenze di alcune pandemie come quella della “Spagnola” e gli “orecchioni” e spiega che in quei tempi di quarantena e di isolamento, non se ne parlava proprio, poi ci fu anche l’epidemia dell'”Asiatica”, infine il Coronavirus, forse partito da un laboratorio di Wuhan, che ha costretto tutti ad osservare precauzioni severissime, sempre più stringenti.
I problemi causati dalla paura di contagio da Covid, con le montagne di immondizia che si accumulavano nei cassonetti e intorno ad essi, era tanta e l’autrice la descrive così bene quando col suo inconfondibile stile diretto e semplice che le è proprio, senza indulgere ad orpelli narrativi di sorta, Rosanna/Rita Sanna si fa cronista e immette il lettore nella vicenda con il risultato di avere la sensazione di ascoltarla più che di leggerla.
La storia narrata da Rita Sanna, suscita diverse riflessioni. Alla protagonista Sandra non basta raccontare la sua vicenda, ma ha bisogno che Rosanna la mette per iscritto. Sembrerebbe una richiesta improntata a presunzione se non intervenisse la considerazione che più verosimilmente si tratta di atto di generosità verso se stessa e verso altri che possono trarne il giusto insegnamento evitando situazioni poco chiare.
Raccontare verbalmente equivale a riaccendere e a rivivere esperienze dolorose, riaprire ferite e permettere che sanguinino ancora.
Forse è proprio per questo modo di raccontare di Rita Sanna, che si ha quasi la sensazione che sia stata lei stessa ad aver vissuto quelle esperienze.
Rita Sanna è nata ad Oristano, dove ha insegnato per molti anni. Trasferitasi a Roma, dove attualmente vive, ha continuato a svolgere la professione di docente. Come scrittrice ha esordito nel 2003 col memoriale autobiografico Il vento della vita. Ha poi pubblicato Il silenzio di Michelina (2008) ispirato ad una storia vera di violenza
e incesto, e Nessuno doveva sapere (2015).
Ha ottenuto diversi riconoscimenti tra i quali: il titolo di Socio onorario dell’Accademia italiana di Scienze Lettere ed Arti “Terre del Vesuvio” per essere risultata tra le finaliste al premio internazionale di Prosa ed il Primo premio per la prosa nel prestigioso concorso indetto da “Eudonna” (Roma). Inoltre, ha pubblicato Lettere semiserie (2009), Quadretti di un tempo (2012), Ippolita (2013) e Chiamale se vuoi… Poesie (2020).
Con Armando Editore ha già pubblicato La casa cantoniera (2019). Finalista al Concorso internazionale, indetto ad Oristano con l’opera Quadretti di un tempo.