All’incontro pubblico di giovedì 24 giugno, ore 19, negli studi radiofonici di Radio X Social Club, oltre all’artista sarà presente Barbara Cadeddu, responsabile di Progetto Skillellé e Giovanna Allegri, funzionaria del Centro per la Giustizia Minorile per la Sardegna. Modera l’incontro Sergio Benoni.
Per esigenze di posti, occorre prenotare e registrarsi telefonando al numero: 389 1310628. Info: http://www.malik-skillelle.it
Dopo il ritmo dei tamburi giapponesi nella suggestiva ambientazione delle Saline Conti Vecchi, tocca alle rime potenti del rapper Kento continuare ad animare il ricco calendario di appuntamenti estivi firmati Skillellé (progetto dell’associazione Malik ETS selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile).
Francesco ‘Kento’ Carlo è un artista a tutto tondo, rapper e scrittore nato a Reggio Calabria, con all’attivo più di mille concerti in Italia e all’estero. Da più di dieci anni organizza laboratori di scrittura negli istituti penali per minorenni o all’interno di scuole e comunità di recupero. Insegna come si scrivono ritornelli, rime e punchline, le strofe d’impatto. Insegna come si fa a incanalare rabbia e frustrazione dissolvendola in serbatoi individuali di creatività.
Sono due i progetti realizzati quest’anno da Kento ed entrambi portano il titolo Barre: uno street-album (Barre Mixtape) e un libro (“Barre-Rap, Sogni e Segreti in un Carcere Minorile”). Barre, dunque, come quelle di metallo alle finestre della cella. Barre, come vengono comunemente definiti i versi di una strofa rap.
Il libro è un testo che riflette sul classismo insito nel sistema della giustizia minorile italiana “In cui a finire in carcere spesso non sono i più colpevoli ma semplicemente gli ultimi per condizione economica, culturale e sociale”.
Premiato da ANPI, l’Associazione Partigiani assieme alla Casa Memoria Peppino Impastato, racconta la storia di un insegnante speciale nei carceri minorili. Quasi duecento pagine in cui scorrono vite di ragazzi che pur scontando la loro pena hanno provato a mettersi a nudo componendo rime che parlano di amore, tristezze e paure.
Come questa: «In mezzo al peggio resto sempre positivo / Ogni giorno ringrazio di essere vivo / Canto libertà in mezzo alle grate / Scrivo versi dietro porte sbarrate / Voglio dirlo al magistrato: / Sono un ragazzo ma tu vedi un carcerato». Un libro che è anche una riflessione potente sul sistema della giustizia minorile italiana, in cui a pagarne le conseguenze non sono i più colpevoli, ma le vittime di una condizione culturale e sociale troppo spesso degradata.
“Non vedevo l’ora di iniziare questa nuova avventura in terra sarda – ha dichiarato l’artista in occasione della settimana di incontri partiti lunedì 21 giugno e organizzati all’interno dell’Istituto Penale per Minorenni di Quartucciu – E’ davvero un piacere incontrare questo gruppo, provare insieme a liberarsi dalla tentazione di fare del male agli altri e, ancora più spesso, a se stessi attraverso la musica e la scrittura. In questi giorni sto mettendo a fuoco tutta la loro capacità espressiva, per riuscire a far sentire forte la loro voce al mondo dei liberi, con la certezza che il rap sia uno degli strumenti più efficaci”.
Molto soddisfatto si è detto anche Enrico Zucca, direttore dell’Istituto: “Quanto proposto ai ragazzi ospiti del nostro Istituto è una vera occasione di crescita. Il confronto con l’’esterno’ soprattutto in questo periodo di pandemia, dove molte iniziative si sono fermate, rappresenta un concreto segnale che infonde fiducia e speranza verso una ripresa della normalità”.
APZ