“Si vota nel 2018 comunque vada il referendum”. Lo ha detto Matteo Renzi, al Caffè della Versiliana
“L’economia non va benissimo, è ripartito il mercato del lavoro. Spero di arrivare a fine anno a uno, uno e due di Pil. Ma bisogna far ripartire gli investimenti: è questione di fiducia”. Neanche i suoi riescono più a farlo ragionare ormai è completamente pieno di se stesso. Anche D’Alema non fa certo mistero dei suoi intenti: «Bisogna far cadere Renzi a tutti i costi, la sua sconfitta è fondamentale per ricostruire un campo del centrosinistra», ripete. Intanto lui se ne infischia e se la ride alle nostre spalle. Sa bene che siamo incapaci di dare una spallata a lui e ai suoi cialtroni che occupano le stanze dei bottoni senza alcun consenso popolare. Non ha certo paura della minoranza interna del partito alla quale addosserebbe tutte le colpe del fallimento di questi anni. L’Italia non è la Turchia e Renzi non teme un colpo di stato violento o pacifico, almeno sino a quando continuerà diligentemente a fare il cameriere di Obama e di Angela Merkel