I primi ad averlo capito dopo poche settimane dal sisma del 24 agosto, sono stati i tecnici dei vigili del fuoco. Ne hanno parlato con i responsabili dei campi della protezione civile, hanno cercato di recuperare la documentazione ancora reperibile e poi hanno chiamato i geologi per avere conferma di quel che avevano capito. E la risposta è stata una pietra tombale su molte attese delle popolazioni terremotate e soprattutto sulla raffica di promesse che ancora oggi il governo di Matteo Renzi e le istituzioni locali ripetono come ritornelli: no, gran parte dei paesi delle Marche, dell’Umbria e del Lazio non verranno ricostruiti.
Non potranno essere ricostruiti come erano, e soprattutto anche si volesse farlo, non potranno essere ricostruiti dove erano. Il motivo è semplice, e lo ha confermato un tecnico della protezione civile che ha avuto la responsabilità di alcune di quelle aree: “il terreno stesso è a rischio. In alcuni casi lo era ben prima delle scosse di terremoto, e alcuni di quei paesi o frazioni potevano essere portati via da un’alluvione o da una frana. Sarebbe follia ricostruirli lì…”.