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Riformatori: È necessario abolire tutte le province anche quelle storiche

Cagliari. “Il piccolo mondo della politica sarda di centrosinistra, a cui è stato tolto a furor di popolo il giocattolo delle province, con annessi consiglieri, assessori e auto blu, prova a riappropriarsi delle poltrone perdute. I restauratori dei privilegi e prebende sono tornati e provano a rialzare la testa”.

Questo quanto sostengono in una nota i Riformatori, promotori dei referendum del 2012, plebiscitariamente votato dai sardi, e aggiungono: “Ma questi in che pianeta vivono? Mentre la Sardegna è al disastro, con la gente che non riesce a conciliare il pranzo con la cena, un pezzo di consiglio regionale sarda pensa a rimettere in piedi tanti piccoli strapuntini per la gioia dei politici sardi”.

“Sembra quasi – continuano i Riformatori- che la risposta dei soliti noti alla tragedia economica e alla tragica crisi di occupazione sia nei nuovi posti di lavoro messi a disposizione dalla politica”. “Il messaggio sarebbe terribile -concludono i Riformatori- e noi speriamo ancora che sia solo uno scherzo poco divertente per ostacolare le riforme rimettendo in discussione la rinascita di alcune provincie regionali, prive di requisiti, che sarebbero scatole vuote. Siamo convinti che i sardi faticherebbero davvero a capire questa proposta di ritorno ad un passato che nessuno rimpiange e che sembra finalizzata soltanto a dare qualche specchietto per le allodole alle truppe cammellate del centrosinistra, oggi in disfatta, in vista della prossima campagna elettorale regionale. Si deve invece rivedere l’intero quadro delle provincie storiche che al momento fanno da padrone su quelle regionali, in qualche caso in maniera inappropriata, che dovrà essere oggetto di apposita verifica.

Oggi arrivano in commissione due proposte di Legge per la riattivazione di Provincie che, solo in un caso (la Gallura), ha una qualche giustificazione nelle more dell’approvazione di una riforma per la soppressione di tutte trasferendo le competenze agli enti locali.

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