Roberto Zanda, l’iroman sardo ricoverato nel nosocomio di Whitehorse a causa del congelamento di mani e piedi durante la Yukon Arctic Ultra, da cui si è ritirato alcuni giorni fa, potrebbe essere presto trasferito in un ospedale a Vancouver. Lo spostamento in un altro centro medico, sarebbe riconducibile alla terapia farmacologica che i medici stanno applicando si tratta di farmaci di ultima generazione utili a rendere più fluido il sangue, scongiurando così l’ipotesi amputazione.
Ricordiamo che la Yukon Arctic Ultra è una massacrante maratona canadese in cui le temperature scendono fino a -50 gradi.
Come riporta l’Ansa, al momento non si conoscono le reali condizioni fisiche di Roberto, pare che abbia perso la falange di un piede, ma non è stato confermato: entrambi gli arti, comunque, sarebbero però in gravi condizioni. La compagna lo ha raggiunto e da due giorni sta seguendo l’evolversi della situazione. Emergono, intanto, nuovi elementi su quanto accaduto nelle 14 ore prima che l’atleta sardo venisse soccorso. In corsa erano rimasti solo tre partecipanti, Zanda era ultimo ma cercava di raggiungere gli altri. Proprio durante questa fase avrebbe riscontrato dei problemi. Non avrebbe più individuato i segnali che delimitano il percorso, perdendo l’orientamento. Ne ha così cercati degli altri, addentrandosi in zone impervie. Risulta che Roberto sia sprofondato nella neve, a -40 gradi sotto zero, quindi si sarebbe arrampicato su un albero e sul tetto di una casupola nel tentativo di ritrovare il percorso. Durante queste fasi, però, gli si stavano già congelando mani e piedi. Zanda si sarebbe quindi tolto gli scarponi per controllare le sue condizioni ma non sarebbe più riuscito ad infilarli. A piedi scalzi avrebbe raggiunto un corso d’acqua per chiedere aiuto. È proprio in quel punto che le motoslitte inviate dall’organizzazione lo hanno trovato e hanno chiesto l’intervento di un elicottero. Bisognerà adesso capire se i soccorsi sono partiti in tempo e se tutte le procedure sono state rispettate.