Roma. Una giovane mamma di 38 anni, Pina Orlando, si è lanciata nel Tevere all’altezza del ponte Testaccio, con due gemelline di sei mesi. Il corpo della madre è stato ritrovato, intorno alle 11:20, a circa due chilometri di distanza dal punto in cui è caduta in acqua, i sommozzatori sono alla ricerca di quelli dei piccoli. A dare l’allarme, intorno alle sei del mattino, è stata la Polizia Locale e sul posto sono arrivati subito la Polizia e Vigili del Fuoco con le squadre dei sommozzatori. Soffriva di depressione post partum, e lavorava in uno studio notarile. A dare l’allarme è stato il marito, Francesco Di Pasquo, che è stato sentito dalla polizia. Sembra che la moglie, oltre a essere molto preoccupata per le condizioni di salute delle gemelline, nate premature e rimaste a lungo ricoverate al policlinico Gemelli, fosse ancora molto scossa dalla morte della terza bambina nata sempre il 24 agosto scorso. E sebbene il marito abbia ribadito di non essersi mai accorto di particolari situazioni di disagio della 38enne, adesso si fa largo l’ipotesi che proprio da quel momento potrebbe essere cominciato uno stato depressivo che ha poi portato la donna a maturare la decisione di farla finita, non rendendosi conto invece che le altre due bambine erano migliorate al punto da essere dimesse, la prima a novembre e la seconda soltanto il 17 dicembre scorso. Le indagini della polizia non hanno ravvisato fino a questo momento alcuna responsabilità né da parte del coniuge né di altre persone nella decisione della donna di uccidersi e di portare con sé le bambine.
Antonella, una vicina di casa della giovane mamma, ha detto di essersi svegliata intorno alle 6 per le urla del marito: «Ho sentito urlare e piangere così ho aperto la porta. Erano le 6 circa. Il marito tra le lacrime ripeteva ‘le bambine, le bambine. Mia moglie è sparita con loro’». «In casa con loro c’erano anche i nonni per dare una mano con le bimbe – aggiunge – è una tragedia enorme». I vicini raccontano che la coppia viveva nello stabile di Testaccio da luglio dove si erano trasferiti per il parto delle bimbe, nate premature. «È uscita con le bambine in braccio. Le carrozzine sono rimaste qui», ha aggiunto Gabriella, un’altra vicina di casa della donna. «L’ho vista tre giorni fa quando aveva riportato a casa la seconda bimba – ricorda – L’altra era stata dimessa a novembre. Sembrava tranquilla».