Roma. Omicidio Desirée: fermati due senegalesi e un nigeriano

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Per l’omicidio sono già state fermate tre persone: due senegalesi irregolari sul territorio e un nigeriano e proseguono le ricerche per individuare altri responsabili del delitto. Come detto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, si cerca attivamente anche una quarta persona. Uno dei fermati aveva ricevuto provvedimento di espulsione Secondo quanto si apprende da fonti investigative, uno dei due senegalesi fermati per il presunto stupro ed omicidio di Desiree, il 27enne Gara Mamadou, aveva un permesso di soggiorno per richiesta d’asilo scaduto ed era stato espulso con provvedimento del prefetto di Roma il 30 ottobre del 2017. Dopo il decreto di espulsione lo stesso Mamdou si era reso irreperibile ma era stato rintracciato dalla polizia a Roma il 22 luglio scorso, ed era in attesa del nulla osta dell’autorità giudiziaria per reati pendenti a suo carico. Il secondo senegalese fermato, il connazionale Minteh Brian, di 43 anni, aveva invece presentato alla questura di Roma nell’agosto del 2017 istanza di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Una domanda, la sua, ancora ferma in Questura in attesa di integrazioni della documentazione. Il terzo fermato, invece, è un nigeriano di 46 anni, Chima Alinno, ed è ancora da accertare il suo status sul territorio italiano. Tutti i fermati sono ritenuti responsabili di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti, omicidio volontario. Tutti i fermi dovranno essere convalidati dal Gip

Ieri la polizia ha ascoltato in Questura, fino a tarda sera, alcuni testimoni che il giorno della morte di Desiree e nei giorni precedenti hanno frequentato lo stabile abbandonato di via dei Lucani, nel cuore di San Lorenzo, dove è stata trovata morta la 16enne. Le indagini si sono concentrate su sei persone in particolare, tra le quali anche i due senegalesi fermati oggi, che sono stati sentiti ieri dagli agenti della squadra mobile.

Secondo le indagini Desiree è stata drogata e poi abusata sessualmente quando era in uno stato di incoscienza. L’attività investigativa, svolta sotto il coordinamento della Procura, ha accertato che i fermati, insieme con altre persone, hanno somministrato stupefacenti alla minore il pomeriggio del 18 ottobre in modo da ridurla in stato di incoscienza e ne hanno abusato sessualmente, causando la morte avvenuta nella notte del 19 ottobre. La giovane sarebbe stata non cosciente per ore a causa di un mix micidiale di droghe e poi abusata più volte da più persone.

Ieri contestazioni, cori a favore, fronti contrapposti. Si è trasformata in una gigantesca ressa la visita che il ministro degli Interni, Matteo Salvini, ha effettuato in via dei Lucani, a Roma, per verificare di persona la situazione dell’edificio dove è stata uccisa la giovane Desirée e per rendere omaggio alla vittima. Salvini non è riuscito ad arrivare di fronte al cancello che chiude l’edificio dove si è consumato il delitto e dove già da questa mattina diverse persone hanno lasciato fiori, biglietti e lumini. Di fronte si è trovato diverse decine di attivisti dei centri sociali e dei movimenti femministi che lo hanno pesantemente contestato urlando, tra le altre cose “Sciacallo, sciacallo”, “Fuori Salvini dai quartieri” e “Te ne vai o no, te ne vai sì o no?”.

“Il ministro Salvini non ha rinunciato alla visita nell’immobile dove ha perso la vita Desirée Mariottini: semplicemente, non poteva fare altro visto che l’edificio è sotto sequestro. Nessun cambio di programma”, hanno riferito fonti del Viminale.

A dare sostegno al ministro, invece, alcuni residenti del quartiere e alcuni esponenti della Lega. “Sei tutti noi, salvaci da questa giungla”, ha detto una donna rivolgendosi a Salvini. “Avrei voluto lasciare una rosa rossa se quegli imbecilli fossero stati altrove”, ha detto il ministro dell’Interno. “Spero le bestie che hanno fatto questa carneficina vengano beccate nelle prossime ore”. “Agli spacciatori faremo del male. Faremo rispettare le regole. A Roma ci sono altre situazioni incredibili. Vedrò di fare in un anno quello che non hanno fatto in 20”. Così il ministro dell’Interno. “Tornerò, magari di sera e in incognito”. Così Matteo Salvini. Il vicepremier ha anche sottolineato: “Da ministro mi impegno a tornare con la ruspa per fare pulizia e a parlare con i residenti”. Durante il sopralluogo, Salvini ha parlato con il comitato del quartiere e ha promesso di ricontattarlo per conoscere le criticità.

Intanto, secondo fonti del Viminale, per i prossimi mesi, a Roma e provincia, sono previsti 154 poliziotti in più. Per quanto riguarda i carabinieri è stato programmato l’arrivo di 100 unità entro novembre. Questo il primo risultato dopo la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto in prefettura a Roma.

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