Si sono svolti ieri, domenica 28, i festeggiamenti di Sa Die de sa Sardigna. Alle 9 la santa messa celebrata in cattedrale dall’arcivescovo Arrigo Miglio, alle 10 a palazzo Viceregio i saluti di Carmen Campus, rappresentante del comitato Sa Die de sa Sardigna, del presidente della città metropolitana e del commissario del Comune di Cagliari. Intorno alle 10.40 è partito il corteo accompagnato dal suono delle launeddas del gruppo «Cuncordia a Launeddas», fino al palazzo del Consiglio Regionale, dove In Aula i lavori si sono aperti con il discorso del presidente dell’Assemblea Michele Pais, seguito dall’annuncio del presidente della Regione della firma del decreto di attuazione della Legge istitutiva dell’Inno ufficiale della Regione Sardegna, «Procurade ‘e moderare». Dopo gli interventi di Luciano Carta (rappresentante del Comitato «Sa Die de sa Sardigna») dello storico Nicola Gabriele e del giurista Gianni Loy, sono intervenuti i capigruppo.
Sa Die de sa Sardigna si è chiusa con l’intervento del presidente della Regione Christian Solinas, che ha parlato in lingua sarda, sottolineando l’importanza dell’utilizzo del sardo in tutte le circostanze della vita. «Stamattina abbiamo pregato e ascoltato la messa in lingua sarda, Sa Die ci ricorda un fatto storico, ma ha anche una grande importanza per il presente, perché ci consente di chiederci cosa possiamo fare per la Sardegna oggi: chi siamo, cosa vogliamo e dove vogliamo arrivare. L’identità, quella territoriale va rafforzata ma bisogna inventare anche un’identità turistica, economica e ambientale. La lingua deve essere aperta ai cambiamenti, un modo di parlare è anche un modo di fare perché la lingua non è solo un mezzo per comunicare ma anche qualcosa utile per testimoniare pensieri e sensazioni. Non possiamo chiudere la lingua a casa, agli arresti domiciliari, si parla di sardo in ogni luogo: a scuola, in chiesa, negli uffici e al lavoro».
L’intervento del Presidente del Consiglio regionale Michele Pais