Si aspettavano un aumento salariale e non ottengono il rinnovo. I circa 70 lavoratori della Cmd e Crm Sant’Antonio si sono ritrovati davanti al loro posto di lavoro per protestare contro le ultime scelte aziendali.
“Il gioco al ribasso è una vergogna. I lavoratori meritano aumenti salariali e riconoscimenti per il lavoro svolto in questi anni. E’ una vergogna che non permetteremo”.
In attesa di modulare le ulteriori forme di protesta, i rappresentanti sindacali fanno il quadro della situazione: “ Gli adeguamenti contrattuali dovevano essere già in busta paga ma nonostante i nostri solleciti, l’azienda ha sempre evitato il confronto giustificando la disdetta e la mancata applicazione del nuovo contratto collettivo nazionali con il mancato aggiornamento delle tariffe da parte della Regione Sardegna”.
A pagarne le spese, i professionisti sanitari che quotidianamente lavorano al servizio della collettività e che durante la pandemia non si sono mai fermati. Ad oggi, infatti, aumenti salariali, tutele e riconoscimenti, non sembrano previsti.
“La mobilitazione– concludono i sindacati – non terminerà sino a quando questo modo vergognoso di gestire il personale non avrà termine. Il contratto di riferimento è quello di Sanità Privata – Aiop sottoscritto da Cgil Cisl e Uil. Alla Regione, chiediamo di intervenire negando l’accreditamento SSR alle aziende sanitarie che non rispettano i propri lavoratori”