Una legge che dia dignità e diritti agli oltre 2mila sardi affetti dalla fibromialgia, una malattia silenziosa e subdola, ancora non riconosciuta in Italia, in grado di sconvolgere la vita di chi ne è affetto. E’ l’obiettivo della proposta di legge “Disposizioni per il riconoscimento, la diagnosi e la cura della Fibromialgia o sindrome Fibromialgica”, presentata dal gruppo del Partito dei sardi, primo firmatario Augusto Cherchi, e sottoscritta anche dal consigliere del Pd, Lorenzo Cozzolino. Il testo prevede il riconoscimento della fibromialgia come malattia progressiva e invalidante, la creazione di percorsi diagnostico-assistenziali e di supporto, così da permettere ai pazienti di essere adeguatamente curati, ottenendo l’assistenza e le terapie di cui hanno bisogno. Augusto Cerchi (PdS) ha spiegato che “la fibromialgia, o sindrome fibromialgica, è una malattia reumatologica caratterizzata da dolore cronico muscolo-scheletrico cronico diffuso e un insieme di sintomi somatici che includono principalmente disturbi del sonno, disfunzioni cognitive, rigidità, affaticamento e alterazioni del tono dell’umore e possono compromettere la qualità di vita di chi ne è affetto”.
Per Cherchi la proposta di legge, che prevede un finanziamento di 40mila euro in due anni, vuole riconoscere al malato il diritto di essere curato, perché oggi chi è affetto dalla sindrome deve affrontare in solitudine una malattia silenziosa, difficile da diagnosticare, ma che è in grado incidere negativamente nella vita sociale e lavorativa di chi ne soffre. Il consigliere ha anche spiegato che la sindrome è stata già riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità nel 1992 e che, nel 2007, la Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati (ICD-10) ha inserito la fibromialgia tra le “malattie del sistema muscolare e connettivo”. A livello nazionale però la malattia non è ancora stata riconosciuta, se non da alcune regioni come Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Toscana, Puglia e Valle d’Aosta. Le Province autonome di Trento e Bolzano hanno fatto anche un ulteriore passo avanti e l’hanno inserita tre le malattie invalidanti che prevedono anche un’indennità economica. La proposta di legge vuole quindi consentire anche ai malati sardi di essere curati e assistiti come i cittadini di altre regioni. Cherchi ha anche sottolineato l’impatto sociale elevato di questa malattia che spesso porta alla perdita del lavoro o alla rinuncia a cercarlo.
Il segretario nazionale del Partito dei Sardi, Paolo Maninchedda, ha sottolineato che questa proposta di legge si inserisce in un percorso intrapreso dal gruppo ed è coerente con altre iniziative legislative presentate a tutela dei diritti dei cittadini. In questo caso, ha spiegato, c’è un’assenza nell’ordinamento giuridico, ma una presenza nella vita delle persone e le malattie diventano drammatiche se non riconosciute dalla legge, perché si vivono in solitudine. Gianfranco Congiu (capogruppo del PdS) ha ricordato che il gruppo aveva già presentato una mozione sull’accesso alle cure palliative che però non ha avuto seguito e ha aggiunto che “è un diritto essere alleviati dal dolore e non perdere occasioni di lavoro”. D’accordo anche il collega Roberto Desini (PdS): “Il nostro gruppo sta portando avanti rivendicazioni per il riconoscimento dei diritti che mettono al centro la dignità delle persone”. Il consigliere Pier Mario Manca (PdS) ha ribadito che la fibromialgia è riconosciuta a livello europeo e che non c’è motivo per non riconoscerla anche in Sardegna.
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