Qualche giorno fa gli operatori e le organizzazioni della società civile italiana avevano chiesto a Giorgia Meloni di nominare un vice ministro tecnico che conoscesse la cooperazione internazionale, grazie ad esperienze sul campo e che avesse pure acquisito competenze direttamente lavorando in quell’ambito.
In Sardegna circolava il nome della dott.ssa Tiziana Mori giurista, con un Dottorato di ricerca in Promozione e tutela dei diritti dell’infanzia, impegnata nel mondo delle emergenze umanitarie dai tempi degli studi in Giurisprudenza come Tutor didattico ai Corsi multidisciplinari di Educazione allo sviluppo del Comitato provinciale dell’Unicef di Cagliari.
Una esperienza di 3 anni e mezzo pure come Assessore tecnico al Comune di Monserrato; facevano il tifo per lei tante anime del terzo settore che l’avevano indicata per un rilancio della cooperazione italiana in un contesto internazionale così critico come quello attuale.
La scelta della presidente Meloni è andata però a cadere su meri politici e militari, l’opposto dell’hidentikit delle organizzazioni di Terzo settore.
E in tanti nel mondo del volontariato ora si chiedono quanto siano autorevoli i nuovi parlamentari visto che in Sardegna, su 31 posti da assegnare non siano riusciti nemmeno a dare quello più consono con le richieste della società civile, dopo che il Codice di Terzo settore parla di co-progettazione e co-programmazione che restano evidentemente sulla carta.