Sassari. 54enne curava l’artrite, muore per un tumore

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Sassari. Una 54enne di Sassari lamentava un dolore persistente alla mano e al braccio destro, c’era anche un evidente gonfiore, i sintomi  non diminuivano con  antidolorifici e antinfiammatori (Oki e Brufen) prescritti dal medico di famiglia, per quella che sembrava al medico una bruttissima artrite (diagnosi confermata per ben tre volte). La donna in realtà aveva un tumore al seno ed è morta a novembre del 2017. Ora quel medico di famiglia è imputato di omicidio colposo: il pubblico ministero Paolo Piras ne ha chiesto il rinvio a giudizio al termine delle indagini che hanno accertato negligenza, imprudenza e imperizia da parte del dottore che avrebbe «diagnosticato erroneamente un’artrite, somministrando terapia antalgica, potenzialmente mascherante la diversa origine del quadro, senza aver escluso un altro processo fisio-patologico».

Come riportato da Nadia Cossu nel quotidiano online Lanuovasardegna.gelocal.it, a presentare una denuncia ai carabinieri era stato il marito della donna che, aveva raccontato di un calvario cominciato ad aprile del 2012 quando la signora iniziò ad accusare un forte dolore al braccio destro con un gonfiore importante che interessava tutto l’arto, dalla mano sino all’ascella, tanto da costringerla a interrompere il suo lavoro di collaboratrice domestica. Nella denuncia, il marito della donna spiegava che quando la moglie andò la prima volta dal medico di famiglia, lui «senza visitarla ma limitandosi a esaminarle la mano gonfia, diagnosticò una semplice artrite e le prescrisse di assumere due bustine al giorno dell’antinfiammatorio Oki per sette giorni». Ma né il dolore, né il gonfiore si attenuavano e così la donna era tornata dal suo medico per altre due volte, sempre a distanza di una settimana l’una dall’altra. E il responso del dottore sarebbe stato lo stesso: «Senza visitarla confermò che si trattava di una brutta artrite e disse che ci voleva tempo per farla passare. Le cambiò solo la terapia, passando al Brufen». Ma il beneficio fu pari a zero. Da qui il consulto con un altro medico che immediatamente, toccandole l’ascella destra, si rese conto della gravità della situazione. A quel punto cominciarono le visite oncologiche, le sedute di chemioterapia, l’intervento chirurgico, l’asportazione del tumore e, a distanza di poco tempo, la formazione di una nuova massa tumorale. Le complicanze furono devastanti e la donna morì l’8 novembre del 2017.

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