Fa discutere la sentenza del gup di Sassari, che ha confermato l’accusa di tentato omicidio nei confronti di una 53enne di Sorso. La donna, nel mese di settembre 2016, aveva ferito il marito con un coltello colpendolo al petto e alla schiena, dopo dell’ennesimo litigio seguito alla fine della loro relazione. La donna, ha raccontato che l’ex marito l’avrebbe minacciata di morte, cercando anche di colpirla con la catena della moto. Quindi ha afferrato un coltello nel tentativo di difendersi.
Il marito violento è stato condannato a 1 anno e 4 mesi, la moglie che ha cercato di difendersi dalle violenze é stata condannata a 3 anni e 4 mesi.
Il tutto, nonostante il pm avesse sollecitato la derubricazione del reato in lesioni aggravate, chiedendo per la donna una pena pari a due anni.
L’uomoè stato giudicato colpevole del reato di maltrattamenti in famiglia.
“Non capiamo questo verdetto, aspettiamo di conoscere le motivazioni, ma sicuramente presenteremo ricorso in appello. La nostra assistita è una vittima, non una carnefice”, commenta l’avvocato difensore della donna, Carlo Pinna Parpaglia. Il legale aveva chiesto per la 53enne la legittima difesa oppure, come l’accusa, la contestazione delle sole lesioni aggravate, per via, spiega, “delle continue violenze subite dall’imputata prima e dopo la separazione”.
L’uomo, anche dopo la crisi che l’aveva portato a trasferirsi dalla madre, continuava a “perseguitare” la sua ex, tanto che quest’ultima l’aveva più volte querelato.