
Benzina e diesel tornano al prezzo che avevano prima dello scoppio della guerra in Ucraina. Sotto i due euro al litro, dunque, grazie all’entrata in vigore del taglio deciso dal governo. Una sforbiciata che nel complesso vale 30,5 centesimi per ogni litro di carburante e che durerà per trenta giorni. Lo sconto appare un po’ più corposo di quanto annunciato perché con la riduzione dell’accisa (un tributo fisso) bisogna ricalcolare l’Iva (che è in percentuale). Se festeggiano gli automobilisti (il pieno in media costa 15 euro in meno) non si può dire altrettanto per chi vende verde e gasolio: temono perdite perché hanno già versato l’accisa prima del taglio (quando era più alta).”lo sconto che il tanto amato governo ha fatto di 0.25 cent +iva, non è uno sconto del governo tanto meno delle compagnie petrolifere, lo sconto è stato imposto a noi gestori, obbligati ad abbassare il prezzo di vendita avendo acquistato a oltre €2,059. Non è stato dato il tempo di finire il prodotto acquistato col prezzo alto, tutto ricade sulle nostre spalle! In poche parole sappiate” urlano i gestori “che lo sconto lo stiamo facendo noi, che dall’ oggi al domani, indipendentemente dalle giacenze di carburante, andiamo a perdere, in un colpo solo, dai 2000€ ai 10.000€”

Giornalista. Direttore responsabile