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Scoperti 331 infermieri e operatori socio sanitari assunti come apprendisti

I Finanzieri della Sezione Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia EconomicoFinanziaria
di Biella, nell’ambito di un’autonoma attività operativa in materia di
spesa pubblica, hanno sottoposto a controllo una struttura socio sanitaria operante
sul territorio biellese.
Nel corso dell’attività ispettiva è stato approfondito l’inquadramento del personale
assunto ed impiegato nella struttura, al fine di verificare se la società che la gestisce
abbia rispettato gli standard richiesti dalla normativa vigente, soprattutto nel caso in
cui tali prestazioni siano in tutto o in parte a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Al riguardo, la normativa vigente individua una precisa corrispondenza tra il
fabbisogno assistenziale degli ospiti e la misura di assistenza minima da erogare a
questi ultimi da parte delle varie figure professionali individuate: nello specifico il
minutaggio erogato da un apprendista, in quanto tale, non può essere rendicontato
ai fini del raggiungimento degli standard minimi di legge.
Fin da subito è apparso anomalo l’inquadramento, come apprendisti, di gran parte
del personale dipendente della struttura, in realtà impiegato effettivamente come
infermiere e operatore socio sanitario.
Si consideri che le figure professionali sulle quali si è soffermata l’analisi sono
quelle degli infermieri e degli operatori socio-sanitari (o.s.s, che recentemente, a
seguito del cosiddetto “Decreto Legge Lorenzin”, rientra a pieno titolo tra le figure
sanitarie).
L’attività operativa è stata rivolta verso queste due figure, in quanto, non solo sono
figure già professionalizzate (in particolare gli infermieri devono essere in possesso
di titolo di laurea infermieristica ed iscritti ad apposito albo professionale IPASVI ora
FNOPI), ma anche perché i minutaggi da loro erogati sono rendicontati e
comunicati costantemente alla Asl locale (deputata alla funzione di vigilanza).
Si consideri, inoltre, che nell’ambito dell’attività ispettiva è emerso che infermieri ed
operatori socio-sanitari (già in possesso del titolo professionale), nelle loro precedenti attività lavorative presso altre strutture erano stati inquadrati
correttamente con stipendi e relativi contributi in linea con le qualifiche possedute e
gli incarichi ricoperti, mentre divenivano “apprendisti” quando iniziavano l’attività
operativa con l’azienda verificata.
A seguito di numerosi approfondimenti normativi, nonché grazie ad una proficua
collaborazione con le sedi biellesi dell’Inps e della ex Ipasvi (da poco Ordine delle
Professioni Infermieristiche), è stato possibile constatare come tale modus operandi
sia stato chiaramente finalizzato al solo scopo di realizzare un’evasione contributiva
ai fini assistenziali e previdenziali nonché di abbattere i costi del personale
mediante la corresponsione di una retribuzione ben più bassa (apprendista) rispetto
a quella prevista dal Contratto Collettivo Nazionale (infermiere ed Operatore Socio
sanitario).
La condotta posta in essere dalla società ispezionata rappresenta non solo una
forma di sfruttamento dei lavoratori, ma anche una forma di evasione contributiva e
previdenziale che sottrae importanti risorse future per il pagamento delle pensioni e
delle altre forme assistenziali e previdenziali a carico dello Stato, oltre a costituire
un mancato introito nelle casse dell’Erario a causa della omessa effettuazione delle
ritenute d’acconto ai fini IRPEF sul maggior reddito non corrisposto.
La verifica ha consentito di individuare 331 lavoratori assunti irregolarmente come
apprendisti con una quantificazione di contributi assistenziali e previdenziali evasi
per un ammontare complessivo pari euro 1.684.179,37 ai quali dovranno essere
sommate le relative sanzioni che saranno erogate, per gli aspetti di rispettiva
competenza dall’INPS e dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro.
Nel caso in argomento l’attività delle Fiamme Gialle è stata finalizzata a contrastare
lo sfruttamento dei lavoratori e le relative forme di evasione ai fini fiscali,
previdenziali ed assistenziali che sottraggono all’Erario ed all’INPS importanti
risorse finanziarie.

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