Scossone al Governo della Regione Sardegna: possibili nuove elezioni

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La sera del 3 gennaio, venerdì, un’ordinanza firmata dalla presidente del Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’appello di Cagliari, Gemma Cucca, ha scosso il governo della Regione Sardegna. Questo provvedimento rischia di riportare la Sardegna al voto a poco più di un anno dalle ultime elezioni, vinte il 25 febbraio 2024 dal Campo largo.

Nelle dieci pagine, come sottolinea l’Agenzia Giornalistica Italia, si contestano alla presidente Alessandra Todde una serie di gravi irregolarità nella rendicontazione delle spese elettorali, per un totale dichiarato di 90.629 euro. Queste irregolarità hanno indotto il Collegio a ingiungere al presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, di avviare la procedura per dichiarare la decadenza della consigliera regionale. L’ordinanza, che Todde ha annunciato di voler impugnare, è stata anche trasmessa alla Procura della Repubblica di Cagliari per valutare le “anomalie” riscontrate nelle dichiarazioni depositate. Inoltre, il provvedimento ingiunge alla presidente di versare 40 mila euro all’Agenzia delle Entrate entro i prossimi 30 giorni come sanzione amministrativa.

Le Contestazioni

Secondo il Collegio elettorale di garanzia, non è chiaro se le spese indicate nei documenti depositati riguardino le spese della singola candidata alla carica di presidente o alla campagna elettorale dei candidati alla carica di consigliere sostenuti dal M5S. Dall’estratto conto prodotto emerge che la campagna elettorale è stata finanziata anche da partiti diversi da quello di appartenenza di Todde, in particolare dal Pd e Sinistra futura. La seconda contestazione, ritenuta non sanabile, è la mancata nomina del mandatario, figura obbligatoria per la raccolta dei fondi della campagna elettorale, omissione da cui discendono le altre irregolarità contestate.

Il 4 dicembre, tramite il proprio legale, la presidente ha depositato una memoria per rispondere alle osservazioni del Collegio regionale di garanzia elettorale. Un documento da considerarsi non solo integrativo delle precedenti dichiarazioni, ma sostitutivo. Tuttavia, secondo il Collegio, quella memoria non può sanare le contestazioni mosse, in quanto il legislatore non consente di sostituire le dichiarazioni precedenti con un’altra di contenuto contrario.

Gli Scenari

La situazione che riguarda la prima presidente della Regione del M5S eletta è senza precedenti nella storia dell’Autonomia sarda. La decadenza della presidente comporterebbe lo scioglimento del Consiglio regionale e la convocazione di nuove elezioni entro 90 giorni, come previsto dalla legge statutaria elettorale della Sardegna. La gestione transitoria, limitata alla sola ordinaria amministrazione, sarebbe affidata al vicepresidente della Regione, Giuseppe Meloni del Pd, che assumerebbe l’incarico di presidente facente funzioni.

Il provvedimento di decadenza non è immediatamente esecutivo, secondo quanto comunicato dallo staff della presidente. L’ordinanza di ingiunzione prevede l’avvio della procedura di decadenza in base all’articolo 15, comma 7 della legge 515 del 1993. Di conseguenza, non c’è alcuna decadenza immediata e la presidente continua ad agire nella pienezza dei suoi poteri.

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