Terza e ultima giornata di grandi eventi per la 42 edizione dell’European Jazz Expo. Un pubblico straordinario ha seguito i primi due giorni del festival applaudendo calorosamente gli artisti protagonisti dei tanti concerti che si susseguono sui vari palcoscenici. Domenica 2 ottobre, si inizia già di prima mattina, alle 10.30, nel foyer del teatro, con la presentazione del libro “Pepito, il principe del jazz” (Ed. Minimum Fax), una carrellata delle vicende del jazz romano nella seconda metà del Novecento raccontata dall’autore Marco Molendini assieme al musicista Furio Di Castri e il direttore artistico di Jazz in Sardegna Massimo Palmas.
Alle 12, sul palcoscenico principale (M1), primo strepitoso concerto con Jeremy Pelt, trombettista e compositore considerato tra i migliori artisti della scena jazz contemporanea. Acclamatissimo dal grande pubblico statunitense, Pelt è stato votato “Rising Star” della tromba dalla prestigiosa testata Downbeat Magazine.
Nella sua carriera si è esibito accanto a mostri sacri del calibro di Jimmy Heath, Frank Foster e Ravi Coltrane, fino ad arrivare a incidere con il grande Wayne Shorter. In qualità di leader, Pelt ha registrato dieci album ed è stato in tournée in tutto il mondo con i suoi vari ensemble. Le registrazioni e le esibizioni gli sono valse il plauso della critica, sia a livello nazionale che internazionale. Oggi, il Jeremy Pelt Quintet è fra i gruppi più seguiti e apprezzati del pubblico jazz newyorkese.
(Jeremy Pelt, tromba; Chien Chien Lu, vibrafono; Victor Gould, piano; Jasen Weaver, contrabbasso; Allan Mednard, batteria)
Qualche ora di break e, alle 18, si torna in teatro con Furio di Castri in quintetto protagonista di “Furious Mingus Revisited”. Tra i principali bassisti e compositori della scena jazz contemporanea in Italia, Di Castri omaggia nella ricorrenza del centenario della nascita uno degli artisti jazz più originali e influenti del XX secolo. Il patrimonio artistico di Mingus infatti torreggia ancora sulla musica contemporanea come un faro potente, un ispiratore in grado di sparigliare le carte grazie alla sua energia fisica e alla forza libertaria della musica. In questo secondo omaggio a Mingus – il primo fu per il trentennale dalla scomparsa -, Di Castri trova l’assist per rispolverarlo in una versione “rivisitata” affiancato da un brillante cast di musicisti.
(Furio Di Castri, contrabbasso; Giovanni Falzone, tromba; Achille Succi, sax alto/clarinetto basso; Fabio Giachino, tastiere; Mattia Barbieri, batteria).
Alle 19,30, in sala M2, spazio agli interpreti italiani con Antonio Floris Quintet, finalista al Premio Isio Saba 2021. Chitarrista, compositore, educatore originario di Mogoro, Floris inizia molto presto ad appassionarsi alla chitarra. Studia al Conservatorio di Rovigo con i maestri Marco Tamburini, Stefano Onorati, Roberto Cecchetto, si trasferisce a Roma per intensificare i suoi progetti al Conservatorio di Santa Cecilia e nel 2018 vince il Premio Marco Tamburini come miglior musicista jazz solista. Nello stesso anno forma il suo quartetto.
Sul palcoscenico del teatro Massimo, Floris presenta alcune composizioni originali, un mix di sonorità ricorrenti del jazz contemporaneo nazionale e americano senza tralasciare quelle influenze che sono le radici del jazz, dal periodo bebop/hardbop sino a raggiungere sonorità avant-garde tipiche di Coltrane e del secondo Great Quintet di Miles Davis.
(Antonio Floris, chitarra elettrica; Vittorio Solimene, piano; Gabriele Pagliano, contrabbasso; Luca Gallo, batteria)
Grande attesa per l’esibizione del giovanissimo Antón Cortés Marín, quindicenne musicista gitano maiorchino che si esibisce in trio, in sala M1, ore 20.45. Cortés esordisce giovanissimo, all’età di 8 anni, quando inizia per gioco a sperimentare una tastiera prendendo come riferimento i grandi maestri del flamenco. Due anni dopo, vince il “Mallorca Talent” sviluppando e perfezionando la propria personalità all’interno del pianoforte flamenco.
A 12 anni conquista il premio come artista rivelazione dell’International Film Infest Festival e nel 2020 viene nominato “Pass d’oro” e semifinalista di “Got Talent Spain”. Nonostante la sua giovanissima età, ha condiviso il palco con artisti della statura di Pitingo, Duquende e Jorge Pardo. Oggi, Antón Cortés sta indubbiamente rivoluzionando il flamenco in terra spagnola con il suo stile originario e da autodidatta di tecnica del pianoforte, un metodo esclusivo, innovativo e spontaneo con cui riesce a trasferire tutta l’espressività e la sensibilità di quest’arte.
(Antón Cortés, piano; Toni Cuenca, basso elettrico; Benji Habichuela, percussion).
Ultimo appuntamento è dedicato a Jean Toussaint, il sassofonista e tenore/soprano originario di St. Thomas, Isole Vergini, in scena sul palco dell’M1, alle ore 22. In questa prima data del suo tour europeo, Toussaint, sul palco insieme a una band a cinque stelle, presenta in anteprima le musiche del suo nuovo album in uscita intitolato “Jean Toussaint: Songs for Sisters Brothers and others”.
Studi al Berklee College of Music di Boston, Toussaint entra a far parte dei “Jazz Messengers” di Art Blakey: le esperienze maturate in quel vivaio di livello mondiale gli hanno permesso di abbracciare innumerevoli collaborazioni musicali di alto profilo cavalcando diversi stili jazz. Nel corso della sua carriera, Toussaint ha collaborato con leggende e indimenticabili maestri, da Max Roach a Cedar Walton, Elvin Jones, Horace Silver, Gil Evans, Dizzy Gillespie, Wynton Marsalis, Kenny Garrett, e molti altri. (Jean Toussaint, sax tenore/soprano; Jason Rebello, piano; Freddie Gavita, tromba; Orlando Le Fleming, contrabbasso; Ben Brown, batteria)
L’aperitivo in musica, nell’ultima serata del festival, è tutto da godere nella magnifica Terrazza del Massimo, ore 19.30, con la Paolo Carrus Big Band Terrazza. Si tratta di una Big Band nata nell’ambito del corso di musica d’insieme tenuto da Paolo Carrus, alla Scuola civica di Cagliari che ha lo scopo di far rivivere l’esperienza dell’ensemble come luogo ideale per la diffusione del jazz orchestrale e di crescita attraverso la compresenza di musicisti di diversa estrazione. L’orchestra si arricchisce di nuove sonorità e si avvale dell’apporto delle percussioni per evocare le caratteristiche ritmiche provenienti dall’America Latina. Il repertorio è costituito da standards, da classici della musica brasiliana, da composizioni del cuban latin jazz, alternati a brani originali.
L’ensemble ha svolto una lunga attività: dal primo concerto a Cagliari nel 2002, la band si è esibita nel quadro di prestigiose rassegne internazionali, tra cui Jazz in Sardegna, Cala Gonone Jazz, Nuoro Jazz. Nel 2005, nel corso del Festival di S’Anna Arresi, la big band ha avuto come ospite il grande musicista Pat Metheny. Nel 2011 ha partecipato al Festival EJE con ospite il chitarrista Franco Cerri.
(Paolo Carrus, direzione/piano; Paolo Assiero Brà, basso; Nicola Monari, batteria; Giorgio Deidda, chitarra; Dario Pirodda, sax/flauto; Mauro Perrotta, sax alto; Alessandro Medici, sax alto; Valter Alberton, sax tenore; Gianfranco Faret, sax tenore; Daniel Thiessen, sax baritono; Mauro Medda, tromba; Giorgio Granella, tromba; Manuel Mulas, tromba; Maurizio Piasotti, tromba; Massimo Demontis, trombone; Sergio Farci, percussioni)
E sempre domenica 2 ottobre, dalle 10 alle 21, sarà possibile partecipare al workshop fotografico con Pino Ninfa, a cura di Francesca Mancini intitolato “In viaggio con la musica, nel segno del racconto – Una storia da raccontare”. Il workshop si propone di affrontare il tema della documentazione fotografica in ambito musicale, proponendo un percorso dove la parte documentativa si affianca all’indagine fotografica, per cercare di superare il limite della rappresentazione di un evento.
Troppo spesso concerti e performance si situano all’interno di canoni convenzionali, sviluppando dinamiche consuete, con poca attenzione al rapporto fra musica e immagine e impedendo, di fatto, una crescita generale sia per le modalità comunicative dell’evento, sia per la ricerca di ogni fotografo. Il workshop svilupperà l’esigenza di raccontare una storia, grazie a un uso sapiente delle immagini fotografiche. Presidente dell’associazione P.I.M. (Poesia-Immagine-Musica), Pino Ninfa sviluppa progetti sul territorio nazionale ed estero legati al reportage e allo spettacolo. In ambito musicale e, in particolare nel jazz, ha intrapreso da anni una ricerca rivolta a considerare come elementi significativi i luoghi dei concerti e il loro rapporto col pubblico e con gli artisti.
APZ