Sassari. I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Sassari, in collaborazione con personale delle competenti A.S.L. hanno sospeso, in provincia di Sassari, uno stabilimento di produzione operante nel settore della torrefazione del caffè e, nell’ oristanese, un agriturismo.
In particolare, nel corso del primo controllo sono state riscontrate non conformità nelle procedure di gestione dei rischi riconducibili all’attività di lavorazione del caffè, riferite al processo in cui il grano di caffè subisce le trasformazioni (quali la caramellizzazione degli zuccheri e la carbonizzazione della cellulosa) che conferiscono al chicco il suo colore tipico, nonché alla formazione dei composti volatili (che gli conferiscono il tipico aroma del caffè tostato).
Sono state inoltre rilevate carenze nelle certificazioni di sicurezza relative all’impianto di emissione dei fumi e al serbatoio combustibili interrato. Sono stati contestati al titolare sanzioni amministrative per un importo di circa 2.000 euro disponendo l’immediata chiusura dell’attività di lavorazione del caffè fino alla risoluzione delle irregolarità rilevate.
In riferimento invece al controllo effettuato in provincia di Oristano, sono state riscontrate gravi criticità igienico-sanitarie e strutturali sia dei locali che delle attrezzature utilizzate per la lavorazione e il deposito degli alimenti, nonché nella modalità di conservazione e rintracci abilità dei prodotti, prevalentemente ad origine animale (carni suine, ovine e prodotti caseari) in merito ai quali i gestori dell’azienda non sono stati in grado di dimostrarne l’origine o la provenienza.
Durante l’attività ispettiva il personale operante sottoponeva a sequestro amministrativo circa 700 kg di alimenti e 650 litri di olio e ravvisava il grave rischio per la sicurezza alimentare e per la salute dei consumatori dovuto all’approvvigionamento idrico, risultante proveniente esclusivamente da acquedotto ad uso agricolo, le cui acque sono risultate prive delle caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche tali da poter essere considerate potabili.
A seguito del controllo al proprietario sono state contestate sanzioni amministrative per un importo di circa 4.500 euro e l’Autorità Sanitaria disponendo l’immediata chiusura dell’attività.