Una moderna fiaba sull’amicizia per la III edizione del Festival di Teatro Ragazzi “ColoriAmo l’Estate” organizzato da L’Effimero Meraviglioso con la direzione artistica di Maria Assunta Calvisi: “L’orco gentile e la fata incavolata” de La Casa di Creta, con Antonella Caldarella e Steve Cable, che firma anche drammaturgia e regia – in cartellone venerdì 13 settembre alle 18.30 al MuA / Museo e Archivio di Sinnai – racconta dell’incontro tra due personaggi diversissimi, uniti per sconfiggere un sovrano malvagio.
In scena due simpatici contastorie narrano di un imperatore avido e senza scrupoli che invece di preoccuparsi del benessere dei propri sudditi, spinto dalla sete di guadagno, avvelena un fiume facendo ammalare gli abitanti e costringendoli ad acquistare da lui, a caro prezzo, la sola medicina in grado di guarirli.
In un divertente e coinvolgente gioco metateatrale i due artisti indossano costumi variopinti e interpretano i protagonisti della vicenda, tra cui spiccano un orco dall’aspetto “mostruoso” ma di animo mite, purtroppo per lui al servizio del crudele sovrano e una fata battagliera, che utilizza i suoi poteri e la conoscenza delle proprietà terapeutiche delle erbe e delle piante del bosco per curare le persone gratuitamente, facendo così concorrenza all’imperatore.
Il farmaco prezioso e costoso, divenuto ormai superfluo, resta invenduto e allora l’imperatore decide di correre ai ripari, inviando l’orco gentile con l’incarico di spaventare la fata e costringerla a trasferirsi altrove, ma sarà invece lei a far aprire gli occhi a quello strano messaggero, “convertendolo” alla sua causa e facendone un suo alleato nell’eterna lotta tra il bene e il male.
Insomma la cattiveria dell’imperatore finisce con il ritorcersi contro di lui, il trucco escogitato per ingannare e sfruttare i sudditi fallisce e nel paese ritornano finalmente la serenità e l’armonia: la storia de “L’orco gentile e la fata incavolata” insegna che si può diventare amici pur appartenendo a culture e etnie differenti, che non ci si deve basare troppo sulle apparenze e che la diversità rappresenta un’opportunità e non un limite per la crescita della comunità.
Una favola moderna che parla di inquinamento e tutela dell’ambiente, di una medicina “alternativa” basata sulle capacità curative delle piante e dell’acqua come elemento prezioso e fondamentale per la vita; e se nella realtà non è difficile riconoscere comportamenti e atteggiamenti superficiali e spregiudicati come quello dell’imperatore, in una dimensione fantastica popolata da creature “magiche” e “mostruose” accade a volte che a dispetto delle insidie e delle menzogne il bene riesca a trionfare