Viaggio tra storie vere e inventate, per indagare la complessità dell’animo umano e la potenza delle emozioni con la Stagione Teatrale 2024-2025 “Molti Sguardi” organizzata da L’Effimero Meraviglioso al Teatro Civico di Sinnai – con la direzione artistica di Maria Assunta Calvisi e con il patrocinio e il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Sinnai.
Un ricco cartellone con sedici spettacoli dal 13 ottobre al 12 aprile fra riletture di classici – dal “Tartufo” di Molière a “LidOdissea” di e con Gianfranco Berardi (Premio Ubu 2019) e Gabriella Casolari, tra mito e attualità – e testi di autori contemporanei, tra un omaggio a Sergio Atzeni con “Il quinto passo è l’addio” di e con Giovanni Carroni e il ricordo dell’impegno del poeta Danilo Dolci contro le mafie ne “La ricetta di Danilo” di e con Totò Galati, ma anche incursioni musicali con “Sotto Voce” dove Rossella Faa narra canta e parla d’amore per un vivido affresco della società, tra l’ironia della commedia e il pathos di moderne tragedie.
“Molti Sguardi” – tema e titolo della stagione – per sottolineare la volontà di aprirsi al mondo, ospitando una varietà di proposte di compagnie e artisti provenienti da diverse regioni d’Italia, compresa naturalmente la Sardegna – rivela la direttrice artistica Maria Assunta Calvisi – e affrontando temi differenti, per una riflessione sulla condizione umana e sulle passioni, le aspirazioni e i sogni nell’eterno conflitto tra il bene e il male.
In scena opere cult del Novecento – come in “Bye Bye Blackbird” da “Il bacio della donna ragno” di Manuel Puig e “I monologhi della vagina” di Eve Ensler e poi l’esilarante “Come ammazzare la moglie o il marito senza tanti perché” di Antonio Amurri, sugli aspetti paradossali della vita di coppia – e testi contemporanei come “Wet Floor” di Fabio Pisano, nuova produzione dei “padroni di casa” sui difetti del sistema dell’informazione; “Reise Nach Deutschland” di e con Mauro Salis , per una riflessione sulle differenze culturali e le barriere linguistiche e “Il Coro di Babele” di Claudio Zappalà sull’emigrazione alla ricerca di un lavoro o di una vita migliore.
Storie d’amore e d’amicizia con “Una coppia quasi perfetta” di e con Rocco Ciarmoli e Laura De Marchi e “Vuoti” di Claudio Massimo Paternò e ancora “Spartacu Strit Viù – Viaggio sulla SS 106” di Francesco Gallelli e Luca Maria Michienzi su una delle tante “strade della morte” e sulla lotta di Franco Nisticò per migliorare le infrastrutture del Belpaese. Un tentativo di rapina con “Cosa potrebbe andare storto?” di Giorgio Latini e ancora una galleria di personaggi veri o inventati con “Buoni o cattivi? Punti di vista” di Riccardo Bàrbera, nel segno dell’ironia, per indagare il conflitto tra gli opposti e il significato etico e filosofico dell’antitesi tra il buio e la luce.
La Stagione Teatrale 2024-2025 “Molti Sguardi” attraversa i territori del mito e attinge alla cronaca per raccontare la complessità del presente attraverso le pièces di compagnie isolane – come il Bocheteatro e Ilos Teatro, oltre a L’Effimero Meraviglioso – e d’oltre mare come Altrove Teatro Studio, AriaTeatro, ArtenovA, Barbe à Papa Teatro e Teatro della Città, Cattivi Maestri, la Compagnia Berardi-Casolari, Micro Teatro Terra Marique, NoveTeatro, Teatro del Carro/MigraMenti, Seven Cults, e ancora la cantante e compositrice Rossella Faa e gli attori e comici Rocco Ciarmoli e Laura De Marchi.
Un cartellone intrigante, che affronta temi importanti e di scottante attualità, dai dilemmi esistenziali alla sfera degli affetti, tra l’ambiguità dei legami, la difficoltà di essere se stessi e di comunicare, la forza dell’amore e il disincanto, da responsabilità e pericoli dell’informazione nell’era degli scoops e delle fake news, l’ipocrisia dei “moralisti” di oggi e di ieri, le migrazioni e le speranze dei giovani (e meno giovani) che lasciano la patria con la speranza un futuro migliore e le tragedie della strada, l’inadeguatezza delle infrastrutture e del sistema dei trasporti, l’irrisolta “questione meridionale” e la condizione e il ruolo delle donne, tra retaggi patriarcali e emancipazione, in un vivace affresco di varia umanità, per far sorridere e pensare.
Una programmazione che privilegia l’umorismo, anche “nero”, per mettere in risalto le criticità del vivere e l’inadeguatezza della politica, il disorientamento e la perdita dei valori e dei punti di riferimento nella civiltà consumistica e “globalizzata” ma anche le aspirazioni e gli ideali, il coraggio e la determinazione di coloro che credono fermamente e combattono ogni giorno per il “bene comune”, convinti che ciascuno possa e debba fare la sua parte per contribuire al progresso dell’umanità e alla crescita armoniosa della società.