Le persone con autismo, a causa di un mal funzionamento metacognitivo, sperimentano abitualmente difficoltà nelle relazioni con gli altri, che esitano in problemi di adattamento sociale e nell’impoverimento della qualità della vita. A tal proposito, il CSM Cagliari 2 di Quartu Sant’Elena, diretto dalla Dott.ssa Alessandra Piras, ha attivato un percorso di “Social Skills Training” rivolto a 6-8 utenti di età compresa tra i 18 e i 30 anni con diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico di livello 1 (sec. DSM 5). A coordinare il progetto la Neuropsichiatra Dott.ssa Maria Giada Tronci, in équipe con la Psicologa Dott.ssa Yolanda Araujo Ares, l’Educatrice Professionale Roberta Murru e il Medico specializzando in Psichiatria Dott. Mattia Maltes.
Il “Social Skills Training” nasce come intervento psicosociale per guidare l’apprendimento o il miglioramento di quelle abilità necessarie per affrontare la vita quotidiana con le altre persone e ha come finalità quelle di:
- Migliorare il funzionamento sociale dei partecipanti;
- Incrementare il benessere percepito e la qualità della vita;
- Raggiungere un miglior grado di autonomia.
Più nello specifico, le sedute mirano a migliorare e potenziare le abilità di saluto, ascolto, conversazione, avanzare richieste, stringere nuovi rapporti, favorire la gestione delle emozioni (gioia, rabbia, paura, tristezza), abilità lavorative e corteggiamento.
Gli incontri, 2 al mese, si tengono presso CSM CA2 e la durata di ogni seduta è di 90 MINUTI. A ogni seduta sono presenti almeno due conduttori. Si prevede una durata complessiva del progetto di circa 10 mesi. Ogni seduta si compone sostanzialmente di tre momenti: IL VERBALE (fase teorica in cui si spiega l’abilità che verrà trattata e si sollecitano le domande per motivarne l’apprendimento), IL ROLE-PLAY (messa in atto di una scena in cui viene simulata l’abilità oggetto di formazione) e, infine, IL BREAK (fase che prevede la condivisone di una merenda, questo momento, oltre a essere una possibile fonte di gratificazione per i partecipanti, permette ai conduttori di
osservare le dinamiche di gruppo, le abilità e le difficoltà relazionali di ciascuno in un setting non strutturato).
Il percorso previsto dal manuale di “Social Skills Training” (Castaldo – Bari – Tocchi – Keller; 2021) segue una scaletta di programma definito, articolato in:
1. test iniziali (T0);
2. introduzione e aspettative;
3. saluto (2 incontri);
4. ascolto (3 incontri);
5. gioia (4 incontri);
6. iniziare la conversazione (2 incontri);
7. mantenere viva la conversazione (2 incontri);
8. concludere la conversazione (2 incontri);
9. rabbia (6 incontri);
10. fare richieste (2 incontri);
11. paura (3 incontro);
12. amicizia (4 incontri);
13. tristezza (1 incontro);
14. abilità lavorative (3 incontri);
15. corteggiamento (3 incontri);
16. conclusione;
17. test conclusivi (T1).
Alternare abilità sociali e emozioni ha come obiettivo quello di conferire maggiore varietà al protocollo e di porre le abilità in ordine crescente di complessità, in modo da arrivare a quelle più complesse (amicizia, lavoro, corteggiamento) potendo fare riferimento alle precedenti.
Le modalità di realizzazione prevedono i seguenti step:
- nella fase iniziale, il progetto viene condiviso con gli operatori del CSM al fine di individuare i possibili utenti che potrebbero trarre beneficio da questo training. Vengono effettuati dei colloqui preliminari finalizzati alla conoscenza del paziente e alla proposta dell’attività in dettaglio. Segue la costituzione del gruppo formato da
6-8 partecipanti ai quali verranno proposti i test autosomministrati SIB (per valutare il comportamento interpersonale e assertivo) e il WHOQOL-Breve (per valutare la qualità di vita e il benessere percepito) con il fine di evidenziare eventuali punti di forza, bisogni e/o disagi degli utenti. - nella fase in itinere, i vari incontri seguono la scaletta prevista dal manuale di Social Skills Training (Castaldo, Bari, Tocchi, Keller; 2021);
- nella fase finale (T1), vengono nuovamente eseguiti i test di valutazione proposti a T0 con il fine di misurare eventuali miglioramenti sia nell’area delle abilità sociali sia nel benessere globale della persona.
Il numero di incontri può essere rimodulato in base ai bisogni emersi durante il percorso.