Il parere espresso dal tavolo di monitoraggio del Ministero della Salute e trasmesso alla Regione sarda via Pec il 7 settembre sembra non dare esito positivo sulla riforma della rete ospedaliera approvata dal Consiglio regionale il 25 ottobre 2017. La riforma non sarebbe conforme agli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera previsti nel decreto ministeriale del 2015
Il senatore di Lega-Psd’Az Christian Solinas che ne ha divulgato alcune parti afferma: “È inaudito che nonostante il documento sia da giorni nella disponibilità dell’assessorato, ne sia stato tenuto segreto il contenuto senza riferirlo tempestivamente al Consiglio regionale, soprattutto in considerazione del fatto che proprio il Parlamento dei sardi dovrà entro il prossimo 30 ottobre apportare le opportune integrazioni e le richieste correzioni al piano di riordino della rete ospedaliera isolana. Il documento formula una serie di rilievi su alcune incongruenze nella programmazione dei posti letto ma soprattutto sulle reti tempo-dipendenti come quella traumatologica e sulla eccessiva frammentarietà nell’ambito delle reti di specialità”. Secondo il parere del tavolo ministeriale il piano introdotto “delinea un modello di cooperazione tra le strutture erogatrici alle quali assegna ruoli specifici e strutturali secondo livelli gerarchici definiti in base a caratteristiche standard quali il bacino di utenza, i volumi di attività erogati e gli esiti delle cure”.
“Tutto questo – prosegue Solinas – certifica che ad oggi, nelle more dell’approvazione definitiva del ministero, la sedicente riforma della rete ospedaliera che sta gettando nel caos la sanità sarda non avrebbe potuto né dovuto produrre effetti perché tecnicamente la sua efficacia dovrebbe essere sospensivamente condizionata al via libera ministeriale”. Invece, continua il senatore, “la Giunta Regionale ha approvato atti aziendali applicativi della riforma sulla base dei quali i direttori generali si sono affrettati a trasferire o smontare interi reparti, creare strutture complesse e dipartimenti, espletare concorsi e fare nomine che a mio avviso sono da considerarsi arbitrarie, illegittime e lontane dal buon senso e dalla buona e corretta amministrazione. Questa Giunta e la sua maggioranza non sono partiti dalla centralità del paziente e della sua salute per definire un sistema sanitario che parta dal territorio per arrivare agli ospedali in un’ottica di servizi realmente efficienti ed efficaci. Hanno invece preferito l’estetica nominale dell’architettura istituzionale delle strutture: dal clamoroso errore dell’Azienda Unica, che sarà fallimentare alla prova dei numeri e della qualità complessiva dei servizi erogati, fino all’evidente tentativo di spostare risorse e pazienti dai presidi ospedalieri a quelli universitari”