Spagna. È in vigore da ieri la nuova legge sull’eutanasia, diventata lo scorso marzo il settimo Paese al mondo a depenalizzare l’aiuto a morire per persone affette da certi tipi di malattie gravi e incurabili. La norma infatti prevedeva un periodo di tre mesi per permettere alle regioni del Paese iberico di creare gli organismi responsabili di valutare le richieste di accesso a questo diritto, le commissioni di garanzia. Il dibattito sulla dulce muerte era iniziato al Congresso la scorsa estate, su iniziativa del Partito socialista che aveva avanzato una proposta di riforma della vecchia legge pensata negli anni Novanta. Lo scorso marzo, con 202 voti favorevoli, 141 contrari e 2 astenuti, ley real era stata approvata da Parlamento e Senato, con il sigillo finale della firma di re Felipe VI.
Non tutte però l’hanno già fatto. Come riportano i media iberici, gli esperti in questa materia affermano che ci sono ancora diversi dubbi rispetto a come andrà applicata la nuova legge.
La nuova norma stabilisce che l’eutanasia (morte provocata direttamente da un medico) o il suicidio assistito (decesso autoindotto da farmaco assunto da paziente che ha espresso la volontà di farlo), potrà essere autorizzato al soltanto a chi ha una «patologia grave e incurabile» o «grave, cronica e disabilitante» e che, inoltre, patisca «una sofferenza insopportabile».
L’ultima ed estrema prestazione medica sarà a carico del sistema sanitario nazionale spagnolo, consentita a chi vive in Spagna dal almeno dodici mesi.