Spopolamento in Sardegna: analisi delle cause e proposte dell’Ugl per un futuro sostenibile

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Il Segretario UGL Andrea Geraldo esprime profonda preoccupazione per il crescente fenomeno dello spopolamento che colpisce le zone interne della Sardegna. Questo processo è il risultato di una combinazione di fattori strutturali che, se non affrontati con urgenza, rischiano di compromettere non solo il futuro economico della Regione, ma anche il nostro patrimonio culturale e sociale.

Uno dei principali motivi dietro il crescente abbandono dei centri abitati è la mancanza di servizi essenziali. Le carenze infrastrutturali in termini di sanità, istruzione e trasporti pubblici rende difficile la vita quotidiana degli abitanti, costringendo molti giovani a cercare opportunità altrove. In molte realtà locali, l’assenza di un’adeguata assistenza sanitaria e la difficoltà di accesso agli istituti scolastici, la mancanza di medici, di presidio delle forze di polizia, gli stessi servizi postali e bancari, spingono le famiglie a trasferirsi nei centri più grandi.

In particolare, i giovani si trovano di fronte a una continua mancanza di opportunità lavorative, con un mercato del lavoro debole e precario che non riesce a soddisfare le loro aspirazioni. La difficoltà di trovare un’occupazione stabile e dignitosa rappresenta un forte disincentivo alla natalità e alla creazione di nuove famiglie, portando così al progressivo invecchiamento della popolazione sarda con conseguenti sfide per il sistema sanitario, la previdenza sociale e i servizi pubblici.

Le ripercussioni dello spopolamento sono drammatiche e toccano ogni aspetto della vita comunitaria. La diminuzione della popolazione porta all’invecchiamento della società, alla chiusura di attività locali e, in molti casi, alla desertificazione economica delle zone interne. Le tradizioni, la cultura locale e le identità comuni sono un patrimonio essenziale per i territori e questi iniziano a svanire, lasciando spazi vuoti che non possono essere colmati.

La UGL propone una serie di misure concrete per affrontare il fenomeno dello spopolamento:

• Investimenti nei servizi pubblici per migliorare e potenziare i servizi sanitari, educativi e di trasporto nelle zone interne. La creazione di poli sanitari e scolastici ben attrezzati deve diventare una priorità.

• Sviluppo del mercato del lavoro con il potenziamento delle iniziative di sostegno all’imprenditoria giovanile attraverso incentivi fiscali e finanziamenti per start-up, soprattutto nei settori dell’agricoltura, del turismo e delle nuove tecnologie indirizzando tali misure allo sviluppo delle aree maggiormente disagiate ed isolate, con l’intento di trasformare queste zone desertiche in poli di sviluppo economico.

• Introduzione di politiche di sostegno alle famiglie che scelgono di rimanere e investire nel proprio territorio, comprese agevolazioni fiscali per i genitori e programmi di assistenza per la prima infanzia.

• Valorizzazione delle risorse locali tramite il rilancio delle produzioni autoctone e dei prodotti tipici, incentivando il turismo sostenibile per attrarre investimenti e nuovi residenti.

L’UGL è pronta a lavorare insieme alle istituzioni, agli imprenditori e alla comunità per progettare un futuro diverso per la Sardegna. È fondamentale investire nel nostro territorio, trattenere chi ha investito ma non ritiene più sostenibile produrre in Sardegna (vedi Glencore e tutte le aziende particolarmente energivore), garantire opportunità reali e creare un ambiente favorevole per i nostri giovani. Solo così potremo contrastare il fenomeno dello spopolamento e promuovere una crescita sostenibile per tutte le generazioni future.

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