L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), appreso della sospensione Juan Bernabè dell’”eventuale risoluzione dei contratti in essere”, come si legge nella nota della SS Lazio, chiede ora alla società sportiva di riflettere su quanto diseducativo sia lo spettacolo di una splendida aquila di mare testabianca (Haliaeetus leucocephalus) tenuta in cattività e obbligata a esibirsi nello stadio Olimpico quando scende in campo la squadra. La lettera con la quale l’associazione chiede alla Società presieduta da Claudio Lotito di sospendere lo show di falconeria è stata inviata ieri.
L’aquila Olimpia, si legge nelle cronache dell’epoca, è stata acquistata dalla Lazio nel 2010 per 7.500 euro e ingaggiata, nel suo primo contratto, con una cifra di 125 mila euro l’anno rinnovabile di stagione in stagione. Questo il prezzo della sua prigionia e della sua forzata esibizione. Aveva cinque anni, ora ne ha sedici. Sedici anni di cattività, lontano dal suo ambiente naturale – gli esemplari della sua specie in natura vivono in America settentrionale nelle foreste vicine a laghi o mari -, anni in cui è stata costretta a subire addestramenti e a fare show.
«Chiediamo alla SS Lazio di sospendere, oltre Bernabè, anche lo spettacolo di falconeria in cui Olimpia è costretta a esibirsi, in considerazione di quanto ormai il sentimento e l’opinione pubblica siano contrari all’uso di animali addestrati per dare spettacolo», dichiara il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Abbiamo letto nella nota della SS Lazio che l’atteggiamento di Juan Bernabè è stato considerato offensivo per “la Società, i tifosi e i valori ai quali la comunità si ispira”. Anche lo spettacolo di Olimpia può esserlo per tanti tifosi amanti degli animali e sicuramente per una comunità che sempre di più ama e rispetta gli animali. Vedere un animale schiavo e costretto a dare spettacolo è inoltre diseducativo e offre alle giovani generazioni un messaggio lontano dal rispetto per la natura e per gli animali».