Stintino. Ecco il volto di uno degli eroi di Mont’e Prama

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Per conoscere il volto perduto di uno degli eroi di Mont’e Prama, bisogna aspettare  venerdì 12 agosto alle ore 20 al Museo della Tonnara di Stintino,quando si svelerà la sua immagine.  A raccontare le tappe che hanno condotto alla ricostruzione facciale saranno l’archeologo Raimondo Zucca, direttore degli scavi nel 2014, e il microbiologo Salvatore Rubino, che ha coordinato lo studio bioarcheologico, durante la conferenza “Le nuove frontiere della bioarcheologia: Mont’e Prama dallo scavo al laboratorio”. Durante la conferenza Rubino e Zucca si soffermeranno soprattutto sulle ultime analisi, che conducono a una conoscenza più approfondita della necropoli di Mont’e Prama. Ma non mancheranno di fare un rapido excursus degli scavi passati, a partire dalla scoperta dei giganti, avvenuta nel 1974, fino ad arrivare al restauro e all’esposizione nel Centro Restauro e Conservazione di Li Punti a Sassari, quando le statue sono arrivate finalmente alla conoscenza del grande pubblico. Come di consueto, la conferenza è seguita da una degustazione di vini della Cantina Santa Maria La Palma.
Ha circa 25 anni, è sbarbato e ha due lunghe trecce che scendono lungo il petto. Si presenta così uno degli eroi di Mont’e Prama, il cui volto è stato ricostruito grazie a uno studio dell’Università di Sassari, che ha condotto sia la campagna di scavo nella necropoli nel corso del 2014 che le analisi sul Dna antico, effettuate nel Dipartimento di Scienze Biomediche.
Si parla di eroi perché il sito archeologico potrebbe essere, secondo gli studiosi, un luogo di culto degli eroi. Teorie ancora in fase di definizione, ma quello che è certo, allo stato attuale delle ricerche, è che nella necropoli del IX secolo a.C. vi sono una serie di sepolture individuali, riservate a maschi di età compresa tra i 15 e i 30 anni, e presumibilmente di alto prestigio sociale. L’immagine che oggi si possiede è frutto di un lungo periodo di analisi e studio, a partire dagli scavi del 2014, quando in una delle sedici sepolture è stato rinvenuto un cranio ben rappresentato. Il reperto è stato sottoposto a TAC e a ricostruzione tridimensionale presso l’Istituto di Radiologia dell’Università di Sassari, grazie al professor Gianni Meloni. Le immagini, infine, sono state rielaborate nel laboratorio di antropologia coordinato da Vittorio Mazzarello, grazie alla collaborazione della dottoressa Manuela Uras con il Face Lab della John Moores University di Liverpool. La ricostruzione facciale si basa, oltre che sui dati scientifici, sullo studio dei bronzetti e delle statue di Mont’e Prama, le sculture antropomorfe meglio note come giganti.

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