Bergamo. La serata al centro di accoglienza è interrotta dal rombo del motore della macchina in partenza. I giovani migranti spiano dalle tende, si picchiettano coi gomiti i fianchi e i loro sorrisoni complici si spengono solo quando si sente in lontananza il tonfo della portiera dell' automobile, una classe A grigio perla. Sul sedile anteriore di quella vettura è appena salito un loro amico, un nigeriano dalla pelle scura come cenere, le spalle grosse e i muscoli scolpiti nelle braccia. Sparisce nella notte con una donna di mezza età, i capelli in ordine, un rossetto delicato sulle labbra e i tacchi che premono sull' acceleratore della Mercedes per allontanarsi il prima possibile col suo giovane accompagnatore nero.
«Una
sera sì e una no, arriva sempre la stessa signora alla guida del...