Incontro ieri tra i dirigenti dell’Assessorato regionale ai Lavori Pubblici e la Rete delle Professioni Tecniche della Sardegna che rappresenta circa quindicimila professionisti tra Ingegneri, Architetti Paesaggisti e Pianificatori, Agronomi e Forestali, Geometri, Chimici, Periti Industriali e Agrari, nel quale si è discusso del futuro della Società in House, creata al termine della scorsa Consiliatura dalla precedente Giunta e che aveva suscitato le proteste dei tecnici.
La Regione comunica: “Sarà invece orientata principalmente alla gestione dei procedimenti. La prima selezione di tecnici entro l’anno”.
Un cambiamento rispetto a quanto prospettato in precedenza, sarà quello di utilizzare i tecnici della Società in house, non per la progettazione o per la Direzione Lavori, ma come responsabili del procedimento (RUP) specializzati in grado di velocizzare i processi.
La creazione di questa nuova entità regionale, che doveva essere inizialmente una vera e propria centrale di progettazione per le opere pubbliche, aveva suscitato critiche e proteste della Rete.
“Dall’incontro di ieri è emersa la volontà dell’amministrazione di accogliere di fatto quelle che sono state le nostre indicazioni sin dal principio – spiega la coordinatrice della RPT sarda Patrizia Sini – Ci è stato inoltre comunicato che sarà selezionato un nucleo altamente specializzato di professionisti della P.A. in grado di gestire e verificare i processi di realizzazione delle opere strategiche, evidenziate nel piano industriale della società. Sarà quindi istituito un tavolo tecnico congiunto di confronto tra l’assessorato e le professioni in modo che i tecnici possano contribuire alla realizzazione di questo progetto ‘sperimentale’ come definito dagli stessi uffici”.
Le professionalità da inserire nell’organico, dicono gli uffici, saranno selezionate già entro il 2019, per poi procedere in un secondo momento con le assunzioni integrative, sempre con il già previsto limite temporale di tre anni dalla costituzione. Tra le opere di primo interesse di cui la società avrebbe il compito di occuparsi, ma su cui deve esprimersi la nuova Giunta, dovrebbero inserirsi la bonifica e la rigenerazione urbana de La Maddalena, il completamento della ciclovia della Sardegna, i lavori sui tre porti del Sulcis (Carloforte, Calasetta e Sant’Antioco), e la realizzazione di una serie di opere per la messa in sicurezza del territorio regionale contro il rischio idrogeologico.
“Nonostante quanto previsto dalla norma, ci è stato detto che gli uffici non ricorreranno alla progettazione interna, e su questo siamo d’accordo, anche vista la necessità di specializzazione necessaria per affrontare la progettazione di opere differenti. Appare ora indispensabile proseguire celermente sulla strada indicata – conclude la Sini – la Rete delle Professioni assicurerà la sua partecipazione costruttiva ai tavoli di confronto che l’Amministrazione predisporrà”.
Un commento positivo rispetto il nuovo indirizzo dato dalla P.A. sarda arriva anche dal vicepresidente vicario del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Gianni Massa: “Siamo sempre stati critici nei confronti di un approccio semplicistico che presuppone che la creazione di uno strumento, la centrale di progettazione, sia la soluzione dei problemi. Viceversa mettere al centro la gestione dell’intero processo, e non un tratto dello stesso (ovvero il progetto, che neppure rappresenta oggi l’elemento debole della catena), pensando ad una “centrale di management” dell’opera pubblica, è, secondo me, un passo importante che potrebbe condurre la Sardegna a divenire un riferimento nazionale”.
Alberto Porcu Zanda