Teatro Massimo: Giorgio Montanini è senza freni con “Fall”

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“:Oggi voglio fare un macello”. Così Giorgio Montanini si presenta al Massimo di Cagliari dando il meglio, anzi “il peggio” di se. “Fall”, questo il nome dello spettacolo voluto da Forma e Poesia nel Jazz, è tutto da ridere a patto di non scandalizzarsi dinnanzi agli argomenti trattati e al linguaggio non certo da ambasciate. Pazienza per chi, ieri sera, si è annoiato convinto di assistere a tutt’altro. Forse non conosceva Montanini o forse era fortemente influenzato dai ruoli interpretati nei film “Grazie Ragazzi” di Milani o “Nonostante” di Mastandrea.

Il marchigiano, nel suo irriverente menefreghismo, è da apprezzare o da biasimare cosi come è. Se ci si predispone al suo modus operandi, si ride tanto. Nessun problema, dunque, quando si presenta al pubblico cagliaritano giocando con lo Statuto: “Otto anni che non venivo. Voi, come Bolzano, siete speciali. Siete quattro in tutto e fuori dalla Sardegna c’è un mondo”

E’ la premessa ad un monologo che, a detta dello stesso comico, non ha alcun gancio narrativo. In una sorta di work in progress, lui è come un bulldozer che a suon di ironia, abbatte tutto quello che, ai più, appare inattaccabile.

Introdotto dall’ottimo comico di casa Pasqualino Massa, Montanini parla tranquillamente del suo periodo da tossicodipendente, del coma e della sua rinascita. E non alcuna remora ad essere blasfemo quando si incanala su tematiche religiose, Madonna di Loreto e Papa Bergoglio inclusi.

Sono comunque diversi i bersagli della sua oratoria. Uno di questi include i content creator come Franchino il Criminale e lo youtuber Simone Cicalone . Non capisce perchè gli amanti dei videogiochi guardino i video di chi gioca : “Un soldato israeliano giocherebbe a Call of Duty quando lo fa con i palestinesi?”

Montanini non è politicamente corretto, lui è’ l’opposto. A lui interessa evidenziare come le parole cosiddette “forti” assumano un significato diverso a seconda del contesto. Limitarle, qualche anno prima sarebbe stato sinonimo di censura piuttosto che ammettere l’ipocrisia di “chiamare nero un raccoglitore di pomodori e dargli un euro a ora”. O “il padrone che diventa datore di lavoro e il dipendente che diventa risorsa umana come se io e Agnelli fossimo sullo stesso piano “. O ancora, “il manager di Mc Donalds che prende 1280 euro al mese”

Poi c’è spazio per chi accusa di complottismo chi non si allinea al pensiero dominante e “non pensavo – dice il comico – che in quindici anni di carriera avrei parlato di David Parenzo”. E’ una connessione al periodo del Covid e sull’obbligo vaccinale relativo intesa “come morte della democrazia”.

Montanini rispetta in pieno la tradizione delle stand up comedy. Senza porsi grandi problemi, interagisce costantemente col pubblico con domande e commenti in presa diretta. Certo è che l’applauso finale, bello e caloroso, certifica quanta allegria si sia sparsa fra le poltroncine del Massimo.

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