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Teatro Massimo, “La fisica che ci piace” è quella con il professor Vincenzo Schettini

La fisica diventa spettacolo. Anzi, “La fisica che ci piace” è quella del professore Vincenzo Schettini in scena ieri al Massimo nella rassegna Pezzi Unici.

Laureato all’Università di Bari e specializzato in didattica della Fisica, il docente comincia a farsi conoscere nel 2015 con il suo canale dedicato su Youtube. Nel 2016, dopo un viaggio al Cern di Ginevra, capisce che la sua materia può essere intrattenimento diventando nel tempo un personaggio televisivo amato sia dagli studenti che dai genitori.

Il suo spettacolo è divertente, coinvolgente, semplice. E pensare che parla di fisica, materia che non tutti amano ma lui la fa facile con poche cose partendo da elementi essenziali. Classe ’77, l’insegnante pugliese agisce come uno show man coinvolgendo il pubblico per tutta la durata della sua esibizione, sprizza allegria e da operatore pedagogico, non disdegna consigli alle nuove generazioni: ““Ragazzi, guardatevi dentro e tirate fuori la vostra forza di volontà”. E per lasciarsi dietro litigi, nervosismo e quanto altro, ecco la soluzione low cost: una rotazione su se stessi, un ricorso all’energia centripeta.

L’introduzione è affidata ad uno spezzone di “Ritorno al Futuro” per poi ambientarsi in una normale classe eterogenea composta da volontari provenienti dalle poltroncine. Con loro, mediante esperimenti che diventano giochi, Schettini riesce a illustrare alcune leggi che governano il mondo della fisica. Prima i classici aerei di carta, poi con due piccoli studenti e i loro quaderni intrecciati si spiega la teoria della forza dell’attrito radiante. E’ semplicemente il principio che regola le fondamenta sulla sabbia del “Burj Khalifa”, il più grande palazzo del mondo realizzato negli Emirati Arabi.

“Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma”. Prendendo in prestito la legge di Lavoisier, Schettini invita il pubblico a suggerire le forme energetiche note, compresa quella nucleare spiegata con un plastico composto da palline.

La lezione scorre sino a quando le parole di Paolo Ruffini, nel ruolo di preside, annuncia la ricreazione che si concretizza con il lancio di merendine in tutte le direzioni del Massimo da parte del docente. E’ un gesto inusuale ma efficace per enfatizzare tutte le forze fisiche in campo: “Quando si capisce una cosa – dice il fisico – c’è una lezione anche nella ricreazione”. E lui, ancora entusiasta di essere un insegnante, si rivolge ai suoi colleghi: “Non facciamoci catturare dal grigiore della burocrazia scolastica. Lasciamoci trasportare dalla voglia di raccontare la nostra materia. Bisogna ispirare i giovani”.

Professor Vincenzo è un fiume in piena. “L’energia è movimento” afferma dal palco e la luce sprigionata dalle pedalate effettuate da uno dei suoi studenti, lo conferma. Finiti gli esperimenti, gli improvvisati studenti si autovalutano e questa è la premessa per introdurre il concetto della votazione: “I voti, specialmente quelli brutti, vi fanno bene. Vi fanno confrontare con quello che si chiama dolore ma vivete la scuola come un’opportunità dove mettere i vostri passi”

Ancora un’altra volontaria per parlare di Onde e delle relative ampiezze, frequenze e lunghezze. Questa volta, l’esempio è una corda illuminata che viene fatta “perturbare” e lo stesso pubblico viene invitato a cantare “La fisica” in tre modalità differenti. La stessa musica, del resto, è una forma di energia che si propaga tramite aria o altri mezzi gassosi, solidi e liquidi.

Niente di strano, dunque, se fra fisica e musica vi è un legame. “Abbiate voglia di essere curiosi”:cosi il professore presenta la sua passione per il violino studiato al Conservatorio di Monopoli e impugnato per interpretare, con l’ausilio del pubblico, “Nel blu dipinto di blu” del suo illustre conterraneo Domenico Modugno.

La lezione ancora non è terminata è si prosegue con la Meccanica Quantistica e per per spiegare i concetti base, lui impersona un elettrone impazzito che ruota intorno ad una ragazza rappresentante il nucleo. E’ una introduzione all’Intelligenza Artificiale e alla sua capacità di andare oltre lo 0 e l’1 dell’attuale computer.

Il tempo, ancora, è protagonista della Relatività, un concetto che viene espletato con l’ausilio di uno spezzone della pellicola “Interstellar”, dove il protagonista su una navicella assisteva impotente all’invecchiamento dei suoi cari sulla Terra.

“Il teatro vi apre il cuore, vi apre un passo in avanti nella vostra personalità”. Elogiando la funzione culturale dei teatri, Schettini saluta il suo pubblico con una promessa: “Vi prometto che tornerò”

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