Il 18 marzo 2025, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin hanno tenuto una conversazione telefonica durata quasi tre ore, suscitando grande attenzione a livello globale. L’incontro telefonico, avvenuto tra le 15:00 e le 18:00 ora italiana, è stato annunciato come un momento cruciale per affrontare il conflitto in Ucraina, giunto al suo terzo anno, e per discutere questioni di interesse bilaterale e internazionale.
Secondo fonti della Casa Bianca e del Cremlino, i due leader si sono concentrati principalmente sulla possibilità di un cessate il fuoco in Ucraina. Trump, che aveva anticipato la chiamata sul suo social Truth, ha dichiarato: “Molti elementi dell’accordo finale sono stati concordati, ma molto resta ancora da fare”. Il presidente americano ha sottolineato l’urgenza di porre fine a una guerra che, a suo dire, causa “2.500 morti tra i soldati ogni settimana da entrambe le parti”. Putin, dal canto suo, ha ribadito “l’impegno fondamentale per una risoluzione pacifica”, come riferito dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.
Un punto centrale della discussione è stata la proposta di una tregua di 30 giorni, già accettata dall’Ucraina. Putin ha accolto positivamente l’idea di una “rinuncia reciproca agli attacchi alle infrastrutture energetiche” per questo periodo, ordinando all’esercito russo di attuare la misura. Tuttavia, ha posto condizioni significative: lo stop alla mobilitazione ucraina e la sospensione totale degli aiuti militari occidentali a Kiev, richieste che potrebbero complicare i negoziati.
Oltre all’Ucraina, i due leader hanno affrontato altre questioni internazionali. Il Cremlino ha confermato che si è parlato della situazione in Medio Oriente e nel Mar Rosso, segno di un dialogo che va oltre il conflitto europeo. Trump avrebbe anche espresso ottimismo sulla “normalizzazione delle relazioni bilaterali” tra Stati Uniti e Russia, un tema caro a Mosca.
Un altro elemento emerso dalla telefonata è l’annuncio di uno scambio di prigionieri: Putin ha informato Trump di un piano per il rilascio di 175 prigionieri per parte tra Russia e Ucraina, previsto per il 19 marzo. Questo potrebbe rappresentare un gesto di distensione concreto.
Nonostante l’entusiasmo di alcune dichiarazioni – Kirill Dmitriev, inviato speciale di Putin, ha definito l’esito “storico” – permangono incertezze. La Casa Bianca ha parlato di un “cessate il fuoco energetico e infrastrutturale” come primo passo, ma le richieste russe di disarmo ucraino e il possibile riconoscimento della Crimea come territorio russo (ipotizzato da alcuni media) sollevano interrogativi sulla fattibilità di una pace duratura.
La telefonata è stata accolta con reazioni contrastanti. L’Ucraina, tramite il capo della diplomazia Andrij Sybiga, ha esortato Mosca ad accettare la tregua “senza condizioni”, mentre in Europa si guarda con apprensione a un negoziato che potrebbe ridimensionare il ruolo del Vecchio Continente. Intanto, Trump ha ostentato ottimismo: “Non siamo mai stati più vicini alla pace”, ha dichiarato, lasciando però aperti molti nodi da sciogliere.
Il colloquio Putin-Trump del 18 marzo segna un momento significativo, ma il cammino verso una soluzione definitiva appare ancora lungo e tortuoso. Il mondo resta in attesa di vedere se alle parole seguiranno i fatti