Il Telefono Amico Cagliari OdV, servizio d’ascolto nato per la prevenzione del suicidio, sostiene la giornata mondiale e si unisce agli sforzi dell’Associazione Internazionale per la Prevenzione del Suicidio (IASP) per rafforzare le azioni di prevenzione di una tragedia spesso evitabile.
Al Telefono Amico si rivolgono, infatti, spesso persone di qualsiasi età e ceto sociale, ma tutti accomunati da una esplicita fragilità ed incapacità ad affrontare la vita.
“Sono triste, depresso”, “Vorrei essere morto”, “Mi sento solo”, “Non riesco a fare nulla”, “Non posso più andare avanti così”, “Sono un perdente”, “Gli altri staranno meglio senza di me”: sono questi alcuni dei principali segnali di allarme che ci possono aiutare a capire che una persona sta soffrendo, al punto di meditare un suicidio.
I dati sono allarmanti:
secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni anno nel mondo circa 1 milione di persone si toglie la vita e dietro ogni gesto fatale vi sono diversi tentativi di suicidio.
Il suicidio è citato fra le prime 20 cause di morte nel mondo per tutte le fasce di età. Il fatto ancor più preoccupante è la diffusione tra i giovani, per i quali rappresenta la seconda causa principale di morte, dopo gli incidenti stradali.
In Italia ogni anno 4000 persone decidono di togliersi la vita, è come se ogni dodici mesi un piccolo paese svanisse nel nulla.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera il suicidio un problema complesso, non ascrivibile ad una sola causa o ad un motivo preciso, accomunati dalla disperazione, dall’isolamento e dall’assenza di speranza.
In questo ultimo periodo, il tema del suicidio è stato spesso protagonista di spiacevoli eventi di cronaca collegati all’isolamento, alla crisi economica, ed all’incertezza per il futuro riconducibili alla pandemia del Covid-19 che stiamo vivendo.
Il suicidio si può prevenire
Le statistiche riportano che metà di chi si suicida lo comunica, ma non viene ascoltato, motivo per cui occorre insistere sulla prevenzione mediante l’ascolto.
Anche solo un minuto di tempo, la disposizione all’ascolto e alla condivisione di una storia, possono cambiare il destino di una persona che pianifica il suicidio, ma che molto spesso spera che qualcuno l’aiuti a fermarsi prima di compiere un gesto estremo.
Aiutare si può, parliamone .. è l’invito che i volontari del Telefono Amico formulano alle persone che chiamano per manifestare la loro mancanza di motivazione nel vivere e talvolta per esprimere verbalmente l’intenzione di mettere in atto il suicidio.
La maggior parte delle persone che manifestano pensieri suicidi vuole vivere e parlarne apertamente può aiutarli a ripensare a questa decisione. In sintesi una parola di supporto e di ascolto empatico può fare la differenza.
Il Telefono Amico Cagliari offre un servizio di ascolto prevalentemente telefonico, in assoluta riservatezza, rivolto oggi in generale a tutti coloro che vivono una crisi mentale o emotiva o semplicemente che hanno bisogno di dialogo, ma con l’obiettivo primario rivolto alla prevenzione del suicidio.
I volontari, preparati con corsi specifici, operano affinché la persona nel momento del disagio non si senta sola, possa esprimere apertamente le proprie preoccupazioni ed essere ascoltata con empatica. La possibilità di sperimentare un ascolto empatico può aiutare a trovare gli stimoli giusti per rinforzare il “ben-essere emozionale” e trovare possibili alternative ai propri problemi.
L’Associazione Telefono Amico Cagliari OdV è presente nel territorio della Sardegna fin dal 21 aprile 1971.
Attualmente fa parte, assieme ad altri 12 Centri, della Rete Nazionale “Cevita” che offre un servizio di ascolto telefonico a persone in stato di disagio emozionale, nell’arco delle 24 ore, giorni festivi compresi.
La Rete Nazionale opera con modalità di assoluto anonimato, garantito sia a coloro che chiamano sia ai volontari, i quali prestano la propria attività in modo assolutamente gratuito.
L’attività dei Centri, pur tra le difficoltà causate dalla pandemia di Covid-19, è proseguita senza interruzioni per permettere a coloro che ne abbiano avuto necessità, di trovare i volontari pronti ad ascoltare le diverse problematiche, fossero essere di natura sanitaria, economica o di relazionalità in generale.
Poiché l’attività svolta riguarda il prestare ascolto telefonico, può succedere che chi chiama manifestando intenzione suicide, poi decida di desistere oppure non si abbia più occasione di sentire la stessa persona.
E’ da evidenziare, inoltre che, nella società attuale, si tende a tutelare la persona deceduta a causa di suicidio e, quindi, le statistiche sono sempre da interpretare in modo “sensibile”.
Gli ultimi dati statistici raccolti dal Cevita, sempre in forma anonima, sono, attualmente, in fase di elaborazione e aggregazione degli stessi.
Di seguito vengono esposti, perciò, i dati elaborati dall’Istat, relativamente al triennio 2015-2017, riguardanti esclusivamente i casi conclamati e, come precisato in precedenza, tenendo conto di eventuali cause della morte differenti da quelle dovute al suicidio. La statistica prende in cosedrazione le fasce di età a partire dai 15 anni.
Dati statistici 2015-2017
Sono attribuibili a suicidio 4.071 persone che nel 2015 hanno posto fine alla propria vita in Italia. Di queste, 3.163 sono state le persone di sesso maschile e 908 di sesso femminile.
Nello stesso anno, in Sardegna si sono verificati complessivamente 166 casi riferibili a suicidio, dei quali 134 maschi (pari all’80,73% del totale dell’isola) e 32 donne (pari al 19,27%).
Percentualmente, quindi, in Sardegna si è verificato il 4,07% dei suicidi avvenuti in Italia.
Nel 2016 i casi rilevati in Italia sono stati complessivamente 3.904, dei quali 3.062 maschi e 842 di sesso femminile.
In Sardegna, nello stesso anno, si devono registrare 157 suicidi, di cui 125 maschi (pari al 79,62% del totale) e 32 donne (pari al 20,38%). La percentuale dei suicidi avvenuti in Sardegna nel 2016 è stata leggermente in calo, attestandosi al 4,02% del totale nazionale.
Nel 2017 i casi di suicidio hanno registrato un calo rispetto al 2015 e un aumento rispetto al 2016. Infatti sono stati classificate come morte per suicidio 3.959 persone complessivamente. Di queste, i maschi sono stati 3.091 e le donne 868.
La Sardegna, nel 2017, ha contribuito con 168 casi, cioè il 4,24% del totale nazionale, dei quali 139 maschi (pari all’82,74% del totale isolano) e 29 donne (pari al 17,26%).
Se si prendono in esame i dati relativi al solo 2017 e si confrontano con ilnumero degli abitanti residenti, si ricava il cosidetto “quoziente di mortalità” che pone la Sardegna, purtroppo, al secondo posto in Italia per numero di suicidi, dietro solamente alla provincia di Trento.
Infatti, mentre la provincia di Trento si trova all’1,19 per ogni 10.000 abitanti, la Sardegna fa registrare un quoziente di 1,15, seguita dal Friuli Venezia Giulia all’1,11, dall’Emilia Romagna con l’1,09 e dalla Valle d’Aosta ferma all’1. Tutte le altre regioni italiane hanno un quoziente inferiore ad 1.
Non si hanno dati disaggregati per regione per quanto riguarda le fasce di età. In termini totali si può affermare che nel 2017 sono stati 566 i casi di suicidi di persone tra i 15 e i 34 anni (468 maschi e 98 donne); 1.984 hanno riguardato persone tra i 35 e i 64 anni (1.529 maschi e 455 donne), mentre oltre i 65 anni sono state 1.409 (di cui 1.094 maschi e 315 donne).
Nel ringraziare per l’attenzione prestata, rivolgiamo un appello a quanti desiderassero entrare a far parte del nostro Centro di Volontariato.
Ogni anno vengono effettuati corsi di formazione e preparazione propedeutici e finalizzati all’ascolto telefonico delle persone che si trovano in stato di disagio emozionale o che soffrano di solitudine o vivano problematiche di relazionalità.
Per partecipare ai nostri corsi è sufficiente inviare una mail all’indirizzo ta.cagliari@tiscali.it, fornendo i propri dati e recapito telefonico o inviare un sms al numero 3701282173.