Tempo di bilanci a freddo per la trentatreesima edizione del festival Time in Jazz, che si è svolta dal 9 al 16 agosto a Berchidda (Ss), il paese natale del suo direttore artistico, Paolo Fresu, e in altri quindici centri e località del nord Sardegna. Un’edizione che ha dovuto fare i conti con i problemi e le limitazioni del difficile e delicato momento storico che stiamo attraversando, ma che, nonostante questo, può considerarsi senz’altro di alto profilo e tra le meglio riuscite nel cammino ultratrentennale del festival.
Insignito anche del prestigioso riconoscimento dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Time in Jazz può confermare a pieno titolo di aver vinto la scommessa, nel rispetto delle norme di sicurezza anti Covid-19, riuscendo nell’intento di non fermare la cultura, avendo portato una ventata di vita nel territorio, risvegliandone anche il tessuto economico già provato dai mesi di chiusura a causa della pandemia.
Quando sembrava che, nel clima di incertezza generale, la musica si sarebbe fermata per tutta l’estate 2020, Time in Jazz è stato il primo festival in Sardegna, e tra i primi a livello nazionale, a voler mantenere l’impegno con il territorio, il proprio pubblico e i lavoratori del comparto dello spettacolo, già in forte crisi. Il Comune di Berchidda, con il Sindaco, l’amministrazione e la comunità, hanno risposto in modo estremamente positivo e propositivo all’intenzione degli organizzatori di non fermare la musica e di scommettere sulla cultura per dare un segnale concreto di ripresa e ripartenza, in un momento storico estremamente critico a livello globale. Un messaggio che, nonostante le difficoltà, è stato condiviso dai quindici Comuni che, insieme a Berchidda, sono stati coinvolti nel circuito del festival: Arzachena, Bortigiadas, Budoni, Loiri Porto San Paolo, Mores, Olbia, Ploaghe, San Teodoro,Telti, Tempio Pausania, Porto Rotondo, con le new entry di quest’anno, Nulvi, Luogosanto, Bulzi e Ittiri, particolarmente coraggiosi nella loro volontà di investire sulla cultura per generare una nuova ripresa del territorio.
Seppur con una capienza più che dimezzata, i concerti in Piazza del Popolo a Berchidda hanno registrato il “tutto esaurito” in tutte le serate, così come i concerti esterni, con le date de L’Agnata, di Arzachena e San Teodoro che sono andate sold out ben prima dell’inizio del festival.
Time in Jazz è riuscito a dare un segnale di maturità, consapevolezza e apertura verso il futuro, in un momento storico del tutto particolare in cui è importante che i valori del rapporto con il territorio e le comunità si rinsaldino, grazie alla musica, per parlare al mondo di bellezza e rispetto, uguaglianza e comprensione, responsabilità e senso sociale. Da questo spirito deriva anche l’attenzione che porta avanti da anni con i suoi progetti green e, in questa edizione dedicata a Gianni Rodari nel centenario della nascita, con l’ampliamento di “Time to Children”, un’intera sezione del festival riservata a progetti per l’infanzia, quest’anno particolarmente bisognosa di sostegno e di nuovi stimoli per via della chiusura prolungata delle scuole.
Tutto questo è stato possibile grazie al grande lavoro di squadra che ha impegnato lo staff dell’associazione culturale Time in Jazz, organizzatrice festival, nello studio continuo di nuove soluzioni alternative, dando luogo all’applicazione di buone pratiche utili anche per il futuro. Le regole anti-contagio sono state studiate in linea con i decreti ministeriali, continuamente aggiornate e applicate in modo scrupoloso da tutto lo staff e dal pubblico, che, superando la paura, si è rivelato estremamente ricettivo, fiducioso e aperto rispetto alle novità, attenendosi alle disposizioni con senso di responsabilità e consapevolezza: così, nessun caso di contagio da Covid-19 è stato registrato come conseguenza del festival.
“In un momento di grande sofferenza per tutto il comparto dello spettacolo e della musica dal vivo”, commenta Paolo Fresu, “Time in Jazz ha dimostrato non solo quanto la musica sia fondamentale per ognuno di noi, ma anche quanto e come sia possibile continuare ad arricchirci con l’emozione e la poesia degli incontri. L’arte accorcia idealmente le distanze e unisce i cuori e le menti combattendo la paura”.
La trentatreesima edizione del festival Time in Jazz è stata organizzata dall’omonima associazione culturale con il sostegno dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Comunità Montana Monte Acuto e delle Amministrazioni Comunali di Berchidda e degli altri centri coinvolti nel festival, con il contributo di Fondazione di Sardegna, Arborea, Banco di Sardegna, UnipolGruppo, Corsica Ferries–Sardinia Ferries, Fondazione Raul Gardini e Novamont, con la collaborazione di Consorzio Porto Rotondo, Agenzia Regionale Forestas, Rau Arte Dolciaria, distilleria Lucrezio R., Le Cantine del Jazz e Geasar. Radio Monte Carlo è stata, anche quest’anno, la radio ufficiale del festival. Media partner Spotify e Spreaker. Time in Jazz fa parte dei progetti LIFE GreenFEST, dell’Associazione I-Jazz, della Federazione nazionale Il jazz italiano e del Sardinia Jazz Network, e aderisce al progetto BENUR insieme all’Ente Musicale di Nuoro.