Si
comincia in mattinata a San Teodoro (alle
11 nella chiesa di San Teodoro) con l’ensemble Seacup,
composto da un quartetto d’archi – Ilaria
Lanzoni al violino, Clara
Garcia Barrientos alla viola, Naomi
Berrill al violoncello
e alla voce, e ancora Gabriele
Evangelista al contrabbasso
– arricchito dalla presenza creativa di batteria, elettronica e voce
di Stefano
Tamborrino,
principale artefice dell’opera di composizione, e dalle ance
(sassofono e clarinetto) dell’americano (ma ormai trapiantato in
Italia) Dan
Kinzelman.
L’attenzione al suono e un’eccezionale capacità di legare il
repertorio con grande coerenza sonora, sono il filo conduttore che
permette a questi musicisti di mescolare continuamente le carte in
gioco senza risultare mai privi di un obiettivo comune tra le linee
un impianto architettonico mai sottomesso a precisi schemi
accademici.
Si
resta sul versante orientale del nord Sardegna per l’appuntamento
pomeridiano: alle 18 il
festival fa infatti tappa a San Pantaleo, frazione di Olbia,
nella chiesa di San Pantaleo, per il concerto di TriApology,
formazione sotto la cui insegna si riconoscono il
sassofonista Vincenzo
Saetta,
il chitarristaMichele Penta e il batterista Ernesto
Bolognini. Un sodalizio nato dall’esigenza di sperimentare un sound
ibrido, avvalendosi dell’elettronica come baricentro sonoro,
mantenendo il suono di origine acustica del trio senza basso. L’anno
scorso a maggio è uscito per la Tŭk Music l’album d’esordio,
“Rockinnerage”, dove i tre propongono un repertorio di
matrice rock ma con un approccio jazzistico, spaziando fra grandi hit
di gruppi come Nirvana, Coldplay, Led Zeppelin e Police, dando forma
a un sound contemporaneo che parte dal passato per fondersi con il
suono elettrico della nostra era.
Tanti
gli appuntamenti in programma a Berchidda.
Nel primo pomeriggio, alle 15, nuovo incontro della serie “Periferie
Urbane“,
nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina –
Copia
privata per i giovani, per la cultura”: domenica spetterà al
chitarrista Francesco
Diodati condividere
la propria professionalità, creatività ed esperienza con la voce
dei migranti, della popolazione locale e del pubblico del
festival.
Sempre alle
15, negli spazi della Casara, edificio
di recente restaurato e trasformato nella sede dell’Associazione Time
in Jazz, apre i battenti la mostra CasArte – Casa d’Arte Time
in Jazz, un’esposizione della collezione permanente di opere degli
artisti sardi e internazionali frutto delle donazioni raccolte
dall’associazione Time in Jazz nei suoi trent’anni di festival. La
mostra sarà visitabile fino al 16 agosto dalle 15 alle 21.
Si
inaugura invece alle 17.30, al Cinema Santa Croce, la
rassegna di film e documentari di
Time in Jazz curata e presentata da Gianfranco
Cabiddu,
che quest’anno, fino a mercoledì 15 (sempre alle 17.30), propone un
suo percorso personale attraverso i film e documentari girati con
materiali d’archivio del festival: primo titolo in visione, domenica
12, “Passaggi di Tempo – Il Viaggio di Sonos ‘e Memoria”,
del 2006, diario di bordo di un’avventura umana e artistica, che, a
partire dal ritrovamento di filmati d’epoca inediti sulla Sardegna,
hanno portato all’incontro tra il regista e il trombettista Paolo
Fresu: da qui nasce pian piano il concerto-spettacolo “Sonos
‘e Memoria” che
da anni viene replicato in Italia e nel mondo.
Alle
19, al Bar Centrale, nuovo appuntamento con le presentazioni
editoriali di Winebook: protagonista Severino
Salvemini con il suo libro “Le
liste degli altri. La musica amata da 139 italiani” (Le
Polene, 2018), in cui indaga sulle passioni musicali di oltre un
centinaio di personaggi famosi, che raccontano i brani musicali che
hanno accompagnato (e segnato) la loro vita.
Dopo
la prima parata musicale della Fanfaraï
Big Band per
le vie del paese (ore 19.45), si accendono finalmente i riflettori
sul palco centrale di
Time in Jazz allestito, come sempre, in piazza del Popolo. Alle
21.30, il concerto inaugurale segna un collegamento ideale con la
passata edizione del festival: è infatti Enrico
Rava l’atteso
protagonista del concerto già in programma l’anno scorso ma che il
trombettista dovette cancellare poco prima per un imprevisto
impedimento di salute. Autentica icona del jazz italiano, da sempre
impegnato nelle esperienze più diverse e più stimolanti, Enrico
Rava (classe 1939) è apparso sulle scene a metà degli anni
Sessanta, imponendosi rapidamente come uno dei più convincenti
esponenti del jazz europeo. La sua schiettezza umana e artistica lo
pone al di fuori di ogni schema e ne fa un musicista rigoroso ma
incurante delle convenzioni; la sua poetica immediatamente
riconoscibile, la sua sonorità lirica e struggente sempre sorretta
da una grande freschezza d’ispirazione, risaltano in tutte le
avventure musicali del suo lungo percorso artistico costellato di
dischi, concerti e tournée, collaborazioni prestigiose,
riconoscimenti importanti. Il gruppo Tribe, con cui ha registrato
l’omonimo album per l’ECM nel 2011, riunisce accanto alla sua tromba
alcuni dei migliori talenti della scena jazzistica nazionale, ognuno
con la propria storia e personalità stilistica: il
trombonista Gianluca
Petrella,
il pianista Giovanni
Guidi, Gabriele
Evangelista al
contrabbasso e Fabrizio
Sferra alla
batteria.
Terminato
il suo impegno con Rava Tribe sul palco di piazza del
Popolo, Gianluca
Petrella presenta
nello spazio adiacente il primo dei quattro appuntamenti dopo
concerto che,
sotto il titolo “Time is over”, accompagneranno le
notti berchiddesi con proposte ricche di groove e ritmiche
africaneggianti ma anche hip-hop e scratch. Apre la serie il live
set del
batterista, compositore, dj e producer Andrea
Benini con
il vibrafonista Pasquale
Mirra,
l’uno creatore, l’altro elemento stabile del combo Mop Mop.
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