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Torre Grande – Venerdì 13 alle ore 18, nella Villa Baldino concerto teatrale “Hana leadu sos sognos su ‘olu”

Venerdì, con inizio alle 18, nella Villa Baldino, sul lungomare di Torre Grande, il duo LUDU, Diego Deidda e Lorenzo Lepori, presenteranno ‘Conchiattu’ un concerto teatrale per omaggiare il poeta e letterato Salvatore Baldino.

Interverranno Duilio Caocci e Giancarlo Fantoni per descrivere l’opera letteraria e l’uomo e poeta Salvatore Baldino.

L’omaggio del gruppo Ludu al poeta oristanese Salvatore Baldino rappresenta un’importante occasione per avvicinare i giovani al patrimonio culturale sardo. Uno degli obiettivi del duo Ludu, è proprio quello di emancipare la lingua sarda dai suoi contesti folcloristici ed elevarla a veicolo autonomo di idee, in grado di misurarsi con le soluzioni musicali e teatrali della nostra epoca.

Oculista e letterato, Baldino amava gli autori della letteratura internazionale e questo è testimoniato dalle traduzioni in logudorese contenute all’interno della sua “Lyrica Sarda Noa”. Seppure la sua produzione sia stata decisamente limitata, non si può trascurare il fatto che egli fosse un autore sardo con uno sguardo in grado di varcare i confini dell’isola.

Tra gli autori tradotti da Salvatore Baldino, troviamo Johann Wolfgang von Goethe, Heinrich Heine, Victor Hugo, Giosuè Carducci, Stéphane Mallarmé, Rainer Maria Rilke, Diego Valeri, Umberto Saba, Giuseppe Ungaretti e Minou Drouet.

Nelle opere di Salvatore Baldino, è presente una forte componente spirituale, tipica di chi non smette mai di interrogarsi, che si esprime attraverso la contemplazione della natura, evadendo spesso nel surreale e nel metafisico.

Come si legge nell’introduzione di Giancarlo Fantoni alla “Opera Poetica”: “Salvatore Baldino si rammaricava del fatto che la lingua sarda, salve pochissime eccezioni, fosse stata usata molto male dai nostri poeti: risentiva dell’estemporaneità, usava ancora immagini stereotipate dell’arcadia cinquecentesca con donne che venivano chiamate Tirsi e Clori, o addirittura si rifaceva a figure mitologiche antiche.

Ma secondo lui, “il verso sardo non poteva rassegnarsi all’antico e senza sconfinare fanaticamente nel nuovo, poteva dare ben altri contributi con la sua musicalità e la sua ricchezza di immagini, fino ad inserirsi in un linguaggio poetico moderno”.

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