Truffe agli anziani, firmati al Viminale due protocolli per proteggere le fasce più deboli

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Rafforzare la rete di protezione contro le truffe agli anziani e alle persone più deboli: è questo l’obiettivo dei due protocolli d’intesa firmati oggi a Roma dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, con il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), Antonio Patuelli, e con la presidente di Poste Italiane, Silvia Maria Rovere.

Le truffe ai danni degli anziani prevedono raggiri sempre più sofisticati che prendono di mira la fiducia e la buona fede di chi è meno abituato alle nuove tecnologie. Tra le più diffuse figurano quelle telefoniche, in cui i truffatori si spacciano per parenti o operatori di servizi; le visite a domicilio da parte di falsi tecnici o funzionari; gli avvicinamenti ai bancomat o agli sportelli proprio mentre le vittime stanno ritirando denaro o la pensione; le frodi online, come finte vincite, richieste di dati bancari e email fraudolente.

I protocolli con ABI e Poste Italiane si inseriscono in una strategia più ampia di prevenzione e contrasto delle truffe, promossa dal ministero dell’Interno in collaborazione con Enti locali e associazioni di settore. 

Due i livelli di intervento: un livello territoriale e uno nazionale. A livello locale è prevista l’istituzione di tavoli di coordinamento regionali presso le prefetture dei capoluoghi di regione, con la partecipazione di rappresentanti di ABI o Poste Italiane, delle amministrazioni locali, delle associazioni dei consumatori e delle Forze dell’ordine, inclusa la polizia postale e delle comunicazioni. I tavoli avranno il compito di organizzare campagne informative sui rischi e sulle precauzioni da adottare, definire buone pratiche per rafforzare la sicurezza nelle operazioni bancarie e postali, monitorare costantemente l’evoluzione dei tentativi di frode per adattare tempestivamente le misure di protezione.

A livello centrale, invece, un comitato di attuazione del protocollo presso il ministero dell’Interno, sarà incaricato di valutare le proposte dei tavoli di coordinamento, approvare materiali e iniziative da diffondere sulla rete e monitorare l’attuazione dei protocolli e l’efficacia degli interventi.

Gli accordi avranno una durata di tre anni, con possibilità di rinnovo alla scadenza.

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