“Il vostro dispositivo è bloccato per il download e la distribuzione di contenuti illegali (pedopornografia, stupro e zoofilia) che sono proibiti dalla legge italiana”
Questo è uno dei messaggi che tanti cittadini si vedono recapitare in questo periodo.
Scritti in diverse lingue, con la firma del capo o di alti funzionari della Polizia di Stato, prospettano alla vittima una inesistente indagine per la quale l’unica soluzione è contattare via mail i truffatori esponendosi a successive richieste di pagamenti di salate multe o di comunicazione di dati sensibili.
Si tratta di “phishing”, un tipo di truffa effettuata su Internet attraverso la quale, fingendosi un ente affidabile, malintenzionati cercano di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso.