
- Il due aprile, il tanto atteso “Giorno della Liberazione” per gli Stati Uniti, come definito dal presidente Donald Trump è sempre più vicino. E’ la data in cui il leader americano dovrebbe annunciare i dazi su alcuni Paesi, una mossa che, pur restando in linea con la sua politica commerciale di “America First”, potrebbe essere meno drastica e più mirata rispetto alle minacce iniziali.
Il presidente ha detto: “Siamo stati derubati da ogni Paese del mondo”, ha ribadito dalla Casa Bianca. I dazi “porteranno miliardi e proteggeranno i posti di lavoro”, ha aggiunto. “I dazi – infine – terranno le imposte basse”.
I dazi annunciati riguardano alluminio, farmaci e settore automobilistico.
Per quanto riguarda l’alluminio, Trump ha firmato un ordine esecutivo che impone dazi del 25% su tutte le importazioni di alluminio (e acciaio), entrati in vigore il 12 marzo 2025, senza eccezioni iniziali per paesi come Canada, Messico o l’Unione Europea, anche se l’Australia sembra aver negoziato un’esenzione. Questa misura è stata giustificata come protezione della sicurezza nazionale e dell’industria statunitense, ma ha scatenato reazioni internazionali, con l’UE che ha annunciato contromisure su beni americani per 26 miliardi di euro a partire dal 1° aprile 2025.
Sui farmaci, Trump ha minacciato dazi del 25% sulle importazioni, come parte di una strategia più ampia per incentivare la produzione interna negli Stati Uniti. L’obiettivo dichiarato è riportare la manifattura farmaceutica in patria, ma analisti temono un impatto inflazionistico significativo, con costi aggiuntivi . Secondo stime di analisti economici (riportate da fonti come Forbes e Reuters), i dazi potrebbero aumentare i costi dei farmaci importati di circa 40-50 miliardi di dollari all’anno, con un impatto diretto sui consumatori e sul sistema sanitario, inclusi Medicare e Medicaid. Le grandi aziende (Big Pharma) si oppongono ai dazi, sostenendo che aumenteranno i costi senza garantire un rapido ritorno della produzione negli USA. Alcune, come Pfizer, hanno chiesto esenzioni per specifici farmaci salvavita.
Trump ha poi annunciato l’introduzione di dazi indiretti per i Paesi che importano prodotti energetici dal Venezuela. Una misura ad hoc per scoraggiare il commercio con Caracas. “Qualsiasi Paese che compri petrolio o gas dal Venezuela pagherà dazi secondari del 25% per ogni scambio commerciale con noi. Questa misura mira a colpire indirettamente il regime venezuelano, restringendo il suo mercato energetico e punendo i paesi che continuano a fare affari con Caracas. Si inserisce nel contesto delle sanzioni americane contro il Venezuela, già in atto da anni.
Ci saranno, poi, quasi sicuramente tariffe contro Paesi specifici. La “sporca quindicina”, i cosiddetti “dirty fifteen”, come li ha definiti il segretario al tesoro Usa Scott Bessent: si tratterebbe del 15% dei principali partner Usa con squilibri commerciali. Tra questi, Australia e Canada, Cina e India, Giappone e Corea del Sud, Messico e Russia. E i Paesi dell’Unione europea, tra i quali l’Italia. (Rainews)
