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Tumore alla vescica. Attenzione al sangue nelle urine, sotto accusa il fumo

Parte la prima campagna nazionale interamente dedicata ad una malattia per cui si fa ancora poca informazione, il tumore della vescica. Il progetto è il primo mai realizzato nel nostro Paese, è stato presentato nel corso della seconda giornata del XVIII Congresso nazionale della società scientifica a Roma. Nelle prossime settimane sarà distribuito materiale informativo negli stadi di calcio prima delle partite dei campionati di serie A e B. Verranno anche coinvolte le farmacie e organizzati incontri in alcune piazze delle più importanti città italiane.

Il tumore alla vescica è una malattia di cui si parla ancora poco anche se quest’anno colpirà 26.600 italiani, di cui 5.200 donne. Risente molto degli stili di vita scorretti e nel passato è anche stata correlata ad esposizioni professionali. Il fumo di sigaretta per esempio aumenta di cinque volte il rischio di insorgenza e gli over 50 sono i più esposti al rischio di neoplasia. E’ una neoplasia subdola che non presenta sintomi specifici che possano permettere una diagnosi precoce. L’unico segnale che può destare sospetti è la presenza di sangue nelle urine. È quindi fondamentale, in caso di positività, recarsi immediatamente dal medico per svolgere esami più approfonditi. E proprio per incentivare questi comportamenti l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ha deciso di lanciare l’iniziativa “Non avere TUTimore, campagna di sensibilizzazione sul Tumore Uroteliale”.

L’obiettivo della campagna è favorire la corretta informazione e aumentare il livello di consapevolezza tra tutta la popolazione. In Italia il tasso di sopravvivenza a cinque anni per questa forma di cancro è del 78%. Questo dato è un’ulteriore conferma dell’ottimo livello ormai raggiunto dalla sanità pubblica e dalla multidisciplinarietà nel nostro Paese. A breve gli specialisti potranno avere un’arma in più a loro disposizione. L’immunoterapia è la nuova frontiera contro i tumori e sta dimostrando di poter essere efficace anche per il carcinoma della vescica in stadio avanzato. È in grado di ripristinare la capacità del nostro sistema immunitario di riconoscere e aggredire la malattia.
Per il 2020 sono previste oltre 30.300 nuove diagnosi l’anno. È arrivato dunque il momento per avviare, anche nel nostro Paese, un’importante iniziativa nazionale di educazione e informazione sanitaria.

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