Sono 40mila (poco più del 3 per cento della quota nazionale) i lavoratori sardi nel comparto turistico, occupati in 6.474 aziende in totale. I dati sono dell’Inps, relativi all’ultimo anno censito, il 2022, e racchiudono nella categoria i dipendenti di tutto il sistema della ricettività, quelli dei pubblici esercizi, dell’intermediazione, degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento. Lo precisano Federalberghi e Fipe Sardegna, della Confcommercio, all’indomani della diffusione di cifre non rispondenti alla realtà in merito ai contratti di lavoro.
“I lavoratori degli alberghi in tutta Italia per l’87% sono inquadrati con il contratto nazionale Federalberghi-Confcommercio, che è stato rinnovato lo scorso mese, così come quello dei pubblici esercizi della Fipe-Confcommercio, cui fa riferimento circa il 6% degli assunti”, spiega il presidente regionale e vice presidente nazionale dell’associazione che riunisce gli albergatori, Paolo Manca. “Per il resto, circa il 4% dei lavoratori è assunto con il contratto Confesercenti, appena rinnovato, e solo il 3% dei lavoratori è assunto con il contratto Confindustria, ancora da rinnovare e per cui è stato indetto lo sciopero di ieri”.
“È bene fare chiarezza sulle cifre per comprendere che i disagi e la battaglia di lavoratori del turismo che ancora non vedono all’orizzonte il rinnovo del contratto, riguarda una minima parte, mentre le nostre aziende stanno investendo sui propri collaboratori con il nuovo contratto nazionale”, chiarisce Manca. “I dati reali aiutano anche a difendere un’immagine della Sardegna turistica in salute, nonostante i mille ostacoli spesso burocratici che gli operatori devono affrontare, dalla disinformazione e dalle fake news su criticità create ad arte, che non fanno altro che danneggiare il nostro mercato e rendere meno appetibile la nostra destinazione rispetto alle altre”, conclude il presidente.
“Fipe ha firmato il contratto nazionale con le sigle sindacali due mesi fa – chiarisce Emanuele Frongia, presidente regionale dell’associazione affiliata a Confcommercio -.
Il futuro delle nostre aziende passa attraverso la certezza d questo rapporto e nessuno vuole lavorare fuori da questa copertura. Oggi dobbiamo raccontare gli aspetti positivi di questa contrattazione e non fermarci solo a raccontare chi, per vari motivi che non dipendono dalle nostre contrattazioni, sono rimasti fuori da questi passaggi”.