UGL Sardegna: banca d’affari JP Morgan, punta a realizzare giganteschi parchi eolici offshore lungo le coste sarde

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Cagliari. UGL Sardegna denuncia con forza le ambizioni speculative della banca d’affari JP Morgan, che attraverso la controllata Nadara S.p.a. punta a realizzare giganteschi parchi eolici offshore nel Golfo degli Angeli e lungo le coste di Olbia, San Teodoro e Budoni. Dietro la retorica della sostenibilità, questi progetti celano un piano che rischia di compromettere irreversibilmente il nostro patrimonio paesaggistico e turistico.

“La Sardegna non è un terreno di conquista per speculatori finanziari,” dichiara Maurizio Muretti, segretario regionale UGL Sardegna. “Il nostro territorio è un gioiello di biodiversità e bellezze naturali che richiama visitatori da ogni parte del mondo. Consentire l’installazione di questi impianti significa distruggere il nostro paesaggio, mettere a rischio l’ecosistema marino e minacciare il cuore pulsante dell’economia locale: il turismo.”

Secondo l’UGL, le promesse di ricadute occupazionali sono illusorie e prive di reali garanzie: i presunti migliaia di posti di lavoro, infatti, non compenserebbero le gravi perdite in termini di occupazione nel settore turistico, né il danno permanente al tessuto sociale e ambientale dell’isola.

L’inquietante ingerenza nelle scuole: giovani studenti nel mirino della propaganda
Preoccupazione desta anche l’iniziativa promozionale di Nadara S.p.a. presso il Liceo Scientifico M. Pira di Siniscola, dove l’azienda ha tentato di presentare i propri progetti agli studenti, mascherando con finalità educative un’operazione di chiara propaganda.
“È inaccettabile che un’azienda privata entri nelle scuole per influenzare le nuove generazioni,” sottolinea UGL Sardegna. “La formazione dei giovani deve essere neutrale e lontana dagli interessi economici di chi mira solo al profitto.”

Un appello alla mobilitazione
UGL Sardegna invita i cittadini, le istituzioni e le associazioni a unirsi per difendere l’isola da questo attacco al suo patrimonio naturale e culturale.

“La Sardegna non può essere sacrificata sull’altare del profitto. Dobbiamo proteggere la nostra terra e il nostro mare da chi vede nelle nostre risorse una semplice opportunità di guadagno,” conclude Muretti.
“È il momento di alzare la voce e costruire un futuro davvero sostenibile, nel rispetto dell’ambiente, delle tradizioni e delle comunità locali.”

La bellezza della Sardegna è un bene collettivo da preservare, non una risorsa da svendere al miglior offerente.

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