“Si tratta di un vero e proprio guanto di sfida inatteso e che mette spalle al muro la giunta regionale. La Regione, infatti, ha proceduto a portare avanti le interlocuzioni monopolistiche con Trenitalia ignorando totalmente la candidatura di ARRIVA ITALIA RAIL. E’ a quel punto che il colosso europeo ha preso carte e penna e ha scritto e firmato la diffida formale con espresso avvertimento di voler impugnare l’eventuale atto di assegnazione del servizio adottato in contrasto con i principi di trasparenza e parità di trattamento di cui al Reg. (CE) 1370/2007. In sostanza l’assessorato dei trasporti pur avendo ricevuto almeno due candidature per l’assegnazione novennale del servizio del trasporto pubblico regionale ha ritenuto di dover interloquire con la sola Trenitalia senza motivare in alcun modo tale scelta, senza confronto tra candidati e senza spiegare perché tale operatore dovrebbe essere preferito. La diffida di ARRIVA ITALIA RAIL ha, dunque, al momento determinato un sostanziale blocco del procedimento di assegnazione del servizio pubblico su rotaia. Un nuovo, l’ennesimo, fallimento procedurale . La pubblicazione dell’avviso di preinformazione sulla gazzetta europea ha due obiettivi:
1) 1) soddisfare una regola generale per avviare un confronto concorrenziale tra operatori del settore nel solo interesse pubblico al fine di selezionare il migliore;
2) 2) in subordine per le fattispecie in cui fossero ammesse ipotesi di affidamento diretto, (ed è discutibile che vi possa o meno rientrare il servizio in esame, consentire ai potenziali concorrenti del mercato di impugnare le relative procedure di assegnazione per contestarne in giudizio la legittimità, come, dunque, ha comunicato che farà la società ARRIVA ITALIA RAIL;
I nostri amministratori regionale hanno preso sotto gamba la questione e ora sono alle prese con un contenzioso che rischia di bloccare gravemente un servizio rilevantissimo del trasporto ferroviario. Un blocco che apre nuove procedure e che rischia di mettere in ginocchio il già malandato servizio ferroviario. Dopo la farneticante acquisizione dei treni più lenti del mondo ora scatta questa nuova farsa ma a rimetterci ancora una volta saranno i sardi che pagano lo scotto di amministratori regionali non sempre all’altezza del loro ruolo.