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Una tragedia senza fine, quattro nuove vittime di femminicidio in Italia in poche ore

Sembra quasi ci si stia abituando alla conta delle vittime che sono vertiginosamente salite come numero – ben 4 purtroppo – in soli 3 giorni.

Tutti casi di femminicidio avvenuti a pochissime ore di distanza l’uno dall’altro, proprio a ridosso ed in concomitanza della giornata contro la violenza sulle donne, in un Paese distratto dai numeri del contagio da Coronavirus, che sembra reagire ancora troppo tiepidamente a questo grave fenomeno di assoluta rilevanza sociale.

Il primo caso di questi ultimissimi giorni è del 23 novembre scorso e riguarda una anziana di 92 anni accoltellata dal genero a Milano. La donna colpita al torace e all’addome con oltre 20 coltellate era stata ricoverata all’Ospedale San Carlo, per poi spirare in conseguenza delle ferite ricevute.

L’omicida è Giuseppe Bianco di 66 anni: ha confessato nell’interrogatorio davanti al pm di aver accoltellato più volte sia la suocera che la moglie; il capo di imputazione per lui, è di omicidio nei confronti della suocera e di tentato omicidio della compagna di 62 anni.

In Calabria, è stata uccisa Loredana Scalone; erano ore che non si avevano più sue notizie, fino a che è stata trovata senza vita tra gli scogli a Stalettì, sulla costa ionica catanzarese. Il corpo presenta diverse ferite da da coltello. L’autore Sergio Giana, che è reo confesso, aveva una relazione con la vittima ed è attualmente sottoposto a fermo di polizia.

Secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti alla conclusione dell’interrogatorio cui l’uomo è stato sottoposto a cura del pubblico ministero dr.ssa Anna Chiara Reale, il delitto sarebbe avvenuto lunedì, giorno della scomparsa della donna; solo ieri il Giana sarebbe tornato sul posto per nascondere il corpo tra gli scogli.

All’uomo, che è sposato, è stata formulata l’accusa di omicidio, accompagnata dall’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di persona a lui legata da relazione affettiva, con premeditazione, per motivi abbietti, nonché il reato di occultamento di cadavere.

A Cadoneghe piccolo Comune vicino a Padova ad essere uccisa è stata Aycha El Abioui, 30 anni; a compiere il gesto che è avvenuto all’interno della abitazione familiare nella notte tra il 24 e 25, è stato il marito Jennati Abdelfettah; l’arma del delitto ancora una volta, un coltello: subito dopo il misfatto, l’assassino ha poi confessando l’omicidio.

I due, vittima e carnefice, erano entrambi di origine marocchina, vivevano in Italia da circa dieci anni ed avevano tre figli tutti piccoli; la donna, dai primi rilievi è stata ritrovata sul letto senza vita, in una pozza di sangue.

Da quanto si apprende, Aycha El Abioui, non più tardi di qualche mese orsono, aveva denunciato le violenze del marito ed anche precedentemente negli anni pare ci fossero stati episodi di violenza sfociati in diverse querele della vittima poi ritirate.

L’ultimo tragico femminicidio in ordine di tempo è avvenuto solo poche ore fa: la vittima si chiamava Aurelia Laurenti, aveva 33 anni ed era mamma di 2 bambini; il fatto è avvenuto la notte scorsa a Roveredo in Piano, in provincia di Pordenone. La povera Aurelia Laurenti è stata uccisa – pare dopo una lite – con numerose coltellate infertele al collo.

L’autore del delitto che sembra essere il marito della vittima, si chiama Giuseppe Forciniti: dopo il delitto si è recato in Questura con le mani ancora sporche di sangue affermando di aver affrontato un ladro penetrato in casa, a mani nude e di essersi ferito. Il racconto non regge, perchè le ferite alle mani non sono compatibili con quelle di una colluttazione, quanto piuttosto appaiono essere provocate dall’uso di arma da taglio.

I militari, raggiunta l’abitazione teatro del crimine, hanno trovato la giovane donna ormai priva di vita; sul posto è giunto anche il PM di turno che ha all’esito dei primi accertamenti ha provveduto a trarre in arresto per omicidio volontario pluriaggravato il Forciniti.

Insomma, questi fatti con questi numeri crescenti e frequenti, raccontano tutta la drammaticità e trasversalità del fenomeno della violenza contro le donne nel nostro Paese. La speranza che – rispetto all’anno scorso – ci sia una flessione come numero di casi che erano stati 99, essendo nel 2020 giunti già a 94 femminicidi, appare malgrado tutto, una pia illusione. E questo nonostante l’autorevole monito del Presidente Mattarella che dice: “Spezzare la catena della violenza contro le donne significa contrastare ogni abuso”.

Alberto Porcu Zanda

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