

Creare una società a due livelli, in cui le libertà e le opportunità dipendono dal fatto di aver ricevuto o meno un nuovo vaccino (non completamente testato o autorizzato) e dover rivelare questo fatto agli estranei, non è mai stato un approccio valido dal punto di vista delle libertà civili.
Ma man mano che cresce l’evidenza che i vaccini non prevengono l’infezione o la trasmissione, va a rotoli anche la presunta necessità medica alla base questo nuovo apartheid sanitario.
I vaccini Covid, in teoria, sarebbero dovuti servire a proteggere i vulnerabili dalla forma grave della malattia e dalla morte, dopo di che la vita sarebbe potuta tornare alla normalità. Ad un certo punto, però, è emersa una nuova idea: che tutti (compresi i bambini) dovessero essere vaccinati, non per proteggere loro stessi (il loro rischio è basso) ma per fornire un’ulteriore protezione ai vulnerabili. Allo stesso modo, si è arrivati all’idea che i completamente vaccinati, proprio perchè non più in condizione di trasmettere il virus, dovrebbero avere delle libertà che i non vaccinati non hanno.
Sta diventando sempre più chiaro che questa idea non sta ne in cielo e ne in terra e che i vaccini non prevengono significativamente l’infezione o la trasmissione, in particolare quella derivante dalle nuove varianti.
Il 05 luglio 2021, Lockdown Sceptics ha riportato i nuovi dati provenienti da Israele, i quali mostrano che, nell’attuale ondata di Covid, l’efficacia del vaccino Pfizer nei confronti dell’infezione è scesa al 64% rispetto al 94% del mese precedente.
Public Health England ha già riferito che l’efficacia del vaccino AstraZeneca è scesa al 60% contro la variante Delta. Anche queste nuove, e più basse, cifre potrebbero comunque essere sopravvalutate, dato che Israele riferisce che il 55% dei nuovi casi sono in persone completamente vaccinate e, dato che il 60% del Paese è completamente vaccinato, questo suggerisce che i vaccini stanno facendo ben poco per prevenire l’infezione (una stima dell’efficacia del vaccino, su queste cifre grezze, darebbe solo il 18,5%). Da non dimenticare poi che ci sono state anche grandi epidemie in Paesi intensamente vaccinati, come Bahrain, Seychelles, Maldive e Cile.
Ora che è chiaro che i vaccini non prevengono significativamente l’infezione o la trasmissione dobbiamo porre fine a tutte le ipotesi di privilegi speciali per i vaccinati e all’obbligo di essere vaccinati per proteggere gli altri.
I vaccini sono imperfetti, ma dobbiamo renderci conto che abbiamo raggiunto il limite di ciò che poteva essere ragionevolmente fatto per proteggere le persone – anche se dovremmo certamente mettere più impegno nel trovare e approvare opzioni di trattamento efficace.
Molti probabile che molti non ammetteranno mai, neanche di fronte all’evidenza, il fallimento, mentre altri sosterranno che questo “fallimento” dei vaccini significa che abbiamo bisogno di continuare ad imporre comunque restrizioni, forse a tempo indeterminato.
